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Stretto aperto nonostante i divieti. «È il terzo esodo dal Nord»

Proteste da Calabria e Sicilia per le code agli imbarchi di Villa San Giovanni. Il Comune: «Gli incolonnamenti aiutano la diffusione del virus». Il sindacato Orsa: «Centinaia di auto in marcia, ma …

Pubblicato il: 23/03/2020 – 10:03
Stretto aperto nonostante i divieti. «È il terzo esodo dal Nord»

REGGIO CALABRIA Calabria e Sicilia chiuse per decreto, ma lo Stretto di Messina è aperto. E causa preoccupazione su entrambe le sponde. Dalla Calabria, dopo la prima richiesta del Comune di Villa San Giovanni, arrivata il 21 marzo allo scopo di contener i mezzi diretti all’imbarco fuori dalla città, anche domenica il municipio si è rivolto alla Prefettura di Reggio Calabria, che comunque ringrazia per l’impegno profuso in questi giorni per affrontare l’emergenza.

CODE A VILLA SAN GIOVANNI «Temo – scrive la vicesindaco Richichi – che, a causa dei dovuti controlli da effettuarsi per gli automezzi diretti o provenienti dalla Sicilia, potrebbero crearsi degli incolonnamenti all’interno del centro urbano di Villa San Giovanni, così come sta avvenendo in questi giorni, che potrebbero aumentare i pericoli di diffusione del virus». Gli incolonnamenti, in effetti, si sono giù manifestati nei giorni scorsi. E per questo la vicesindaco si dice pronta a bloccare fuori dalla città tutti i mezzi diretti in Sicilia, consentendo l’ingresso in città «soltanto poco prima dell’arrivo dei traghetti al fine di consentire l’immediato imbarco onde evitare il formarsi di code in città già a partire dal Viale Italia».

Gli imbarchi di Villa San Giovanni (foto da tempostretto.it)

PROTESTE IN SICILIA A proposito di incolonnamenti, sono eloquenti le foto pubblicate da tempostretto.it, giornale online siciliano che riporta il dato del traffico sullo Stretto corredato da due video nei quali si vedono le auto prima in fila verso gli imbarchi e poi sul traghetto (qui il link). È il terzo esodo dal Nord, nonostante divieti e appelli a evitare rischi. L’allarme è lanciato dal segretario nazionale dell’Orsa (Organizzazione sindacati autonomi e di base) Mariano Massaro. «Nella serata del 22 marzo – denuncia Massaro –, in coincidenza con la firma del nuovo decreto si è verificato un paradossale, quanto pericoloso, afflusso di automobili all’imbarcadero di Villa San Giovanni, in coda per l’imbarco su traghetti privati con destinazione Messina. Stiamo parlando di centinaia di automobili in marcia verso la Sicilia che secondo i molteplici decreti del governo centrale e le ordinanze del Presidente della Regione, dovrebbe essere abbondantemente blindata». Tuona dalla propria pagina Facebook anche il governatore della Sicilia Nello Musumeci: «A Messina stanno sbarcando dalla Calabria molte persone non autorizzate. Non è possibile e non accetto che questo accada. Ho chiesto al prefetto di intervenire immediatamente. C’è un decreto del ministro delle Infrastrutture e del ministro della Salute che lo impedisce. Pretendo che quell’ordine venga rispettato e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza. Il governo nazionale intervenga perché noi siciliani non siamo carne da macello».
L’ANOMALIA DELL’INTERCITY Il cruccio del sindacato Orsa, però, è anche un altro. Massaro, infatti, spiega di aver «più volte segnalato al presidente del Consiglio Conte e al vovernatore Musumeci che l’annunciato “isolamento della Sicilia” nei fatti non si è mai concretizzato». Oltre agli incolonnamenti agli imbarchi di Villa San Giovanni, infatti, per il sindacato «resta l’anomalia del treno Intercity 723 che giornalmente imbarca sui traghetti ferroviari per trasportare all’interno dell’isola una media di 150/200 passeggeri provenienti da Roma. I controlli sono pressoché inesistenti».

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