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«In Calabria utile fare un tampone per ogni famiglia»

di Cataldo Perri*

Pubblicato il: 27/03/2020 – 15:33
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«In Calabria utile fare un tampone per ogni famiglia»
È ormai acclarato che sarebbe cosa utilissima se riuscissimo a fare un tampone anche a cittadini che non dimostrino segni clinici chiari di contagio, perché sono i più temibili trasmettitori del Codiv 19. Il limite grande per mettere in atto tale strategia è il cospicuo numero di tamponi necessari e il fattore tempo. Voglio sottoporvi una mia modesta ipotesi alternativa. Perché, come Regione Calabria, non valutiamo se sia il caso di fare un solo tampone per ogni nucleo familiare? Scegliendo il membro della famiglia che statisticamente ha più probabilità di avere contratto il contagio senza manifestare i classici segni cinici? La scelta potrebbe essere fatta in base ai fattori di rischio dell’attività lavorativa dei due genitori. Se il marito lavora in ospedale, o in centro commerciale o svolge altri lavori con alto rischio di contagio potrebbe fare il tampone, se viceversa è la moglie a svolgere un tipo di lavoro a rischio potrebbe essere scelta come destinataria del test, o entrambi se sono lavoratori a rischio. Nel caso che il membro della famiglia selezionato risultasse positivo al test , si farebbe l’indagine per tutti i membri. Guadagneremmo tempo e danaro. E soprattutto avremmo contezza dei reali dati epidemiologici, soprattutto sul rapporto numero contagiati e decessi. Empiricamente si presuppone che i contagi siano almeno dieci volte in più rispetto a quelli evidenziati finora fra i soli sintomatici. Faremmo così una vera opera di contenimento dei costi e dei tempi e una più efficace prevenzione. La Calabria sarebbe la prima regione in Italia ad avviare questa prassi. Oltretutto dei pazienti asintomatici positivi, una volta negativizzati, si potrebbe utilizzare il plasma ricco di anticorpi specifici utili per curare i pazienti gravi. Tale prassi terapeutica è stata già attuata in Cina con buoni risultati. Il limite di questo trattamento è stato la scarsità di plasma perché è stato utilizzato solo quello dei pazienti sintomatici. Invece utilizzando anche quello dei positivi asintomatici, una volta negativizzati, si potrebbe avere un quantitativo enorme di plasma ricco di anticorpi anti Covid per curare i pazienti gravi. Inoltre, Cariati ha un ospedale in ottime condizioni strutturali. E’ uno dei nove ospedali regionali zonali esclusi dalla rete ospedaliera e trasformato in Capt (centro assistenza primaria territoriale). Risultato scellerato del famigerato piano di rientro. In questa grave emergenza questi ospedali dismessi potrebbero ospitare pazienti, con patologie non da Corona virus, ricoverati nei centri Spoke o Hub individuati. Oppure i pazienti che hanno già superato la fase critica dell’infezione. E liberare così posti preziosi in quelle strutture destinate a pazienti Covid 19. Tra l’altro sta aumentando il numero degli infartuati e quello dei morti per altre patologie per mancata o tardiva ospedalizzazione a causa della paura di venire contagiati nei centri dedicati al Corona virus. Dovremmo ricordarci che si muore di Corona virus, con Corona virus e senza Corona Virus, come sempre. *medico di medicina generale in pensione (lettera inviata al dipartimento salute territoriale della Regione Calabria)
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