MAPUTO E’ durata poco più di 21 anni la latitanza di Gilberto Aparecido dos Santos, conosciuto semplicemente come “Fuminho”, uno dei più importanti, influenti e pericolosi narcotrafficanti internazionali, facente parte del cartello PCC (Primeiro Comando da Capital) del Brasile. La fuga di “Fuminho” si è conclusa a Maputo, capitale del Mozambico, lo scorso 13 aprile così come riportato dai siti UOL e Irpimedia. Qui, secondo gli inquirenti, il latitante stava trattando un grosso affare tra armi e droga insieme alle organizzazioni criminali locali.
IL RE DEI CONFINI Il 49enne, conosciuto come il “re dei confini” per la sua capacità di far passare ingenti quantitativi di droga tra le frontiere di Paesi quali Bolivia, Paraguay e Brasile, era evaso dal carcere nel 1999 e ha poi girato il mondo trattando affari ingenti di droga anche con la ‘ndrangheta, soprattutto tra il 2016 e il 2017.
I LEGAMI CON LA ‘NDRANGHETA La parabola criminale di “Fuminho” si è bruscamente interrotta, così come riporta il sito UOL, dopo la cattura di André de Oliveira Macedo, detto André do Rap, ovvero il ponte diretto tra Fuminho e la ‘ndrangheta calabrese nella regione della Baixada Santista. Era lui, infatti, a trattare con gli ‘ndranghetisti presenti sul territorio, come Nicola e Patrick Assisi arrestati proprio a Santos a luglio 2019 dopo una lunga latitanza. Sempre secondo il sito UOL, a nulla sono serviti i 15 telefoni cellulari e i tre passaporti che “Fuminho” aveva con sé al momento dell’arresto. A tradirlo, una ferita al piede e la necessità di farsi curare: è proprio all’uscita della clinica che la polizia lo ha fermato e tratto in arresto. (Gi. Cu.)
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