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Fine del lockdown a tappe per regioni, confortano i numeri della Calabria

Il ministro dello Sviluppo economico pensa a una ripartenza nelle aree con contagi più bassi. Ma i territori sono chiamati a dimostrare di avere le capacità di gestire nuovi potenziali focolai

Pubblicato il: 20/04/2020 – 10:38
Fine del lockdown a tappe per regioni, confortano i numeri della Calabria

Riaperture differenziate a livello regionale. Tenendo conto della situazione dei contagi. L’ipotesi – sul tavolo del governo per la fase due – è stata confermata dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. «Si può ragionare su una regionalizzazione delle riaperture, nelle regioni che hanno meno persone positive è più facile tracciare i contatti». Il governo, in effetti, nelle ultime ore ha frenato sullo stop al lockdown il 4 maggio. L’intenzione dell’esecutivo è quella di fornire uno schema su base nazionale, ma senza ignorare lo stato del contagio, diverso da un territorio all’altro. Consentendo quindi riaperture più celeri nelle zone con un rischio più ridotto. Anche se viene valutato un rischio: la riapertura a macchia di leopardo potrebbe creare effetti distorsivi nella concorrenza tra privati.
I DATI CONFORTANTI In questo senso, la Calabria – almeno in teoria – si troverebbe tra le aree più indicate per la ripartenza. Lo dicono i dati (ve ne abbiamo parlato qui): è la regione con la percentuale più bassa tra casi totali e tamponi effettuati. Il 4,4% con 1.011 casi totali (dati aggiornati al 18 aprile) su 22.794 tamponi analizzati. Unica regione a rimanere a 40 giorni dall’imposizione delle prime restrizioni da parte del Governo sotto la soglia del 5% della popolazione contagiata.
LE CAUTELE NECESSARIE C’è anche un altro aspetto di cui tenere conto nel bilancio. Non bastano i contagi contenuti per parlare di fine del lockdown; sarà necessario poter mostrare la capacità di fronteggiare eventuali nuove emergenze. La valutazione del governo si baserà dunque su più parametri. E conterà ovviamente il parere delle Regioni stesse. In questo senso, più volte, la presidente della giunta regionale Jole Santelli ha manifestato l’intenzione di procedere con la massima prudenza, per evitare rischi, sia che si tratti di riaprire i “confini” regionali che di far ripartire le attività economiche. Anche domenica, intervistata Rete Quattro, la presidente ha ribadito di privilegiare «una linea di estrema, estrema prudenza. Ho avuto una linea molto rigorosa fino ora ed i risultati ci sono stati. La gente ha rispettato le regole e non sono disponibile a mettere a repentaglio i sacrifici fatti dai calabresi. Comprendo che ci debba essere fase due ma deve essere preparata con attenzione e prudenza».
MA IL NORD SPINGE Mentre il Nord (soprattutto le regioni più colpite) preme, il Sud attende di valutare, anche per scansare un’eventuale nuova ondata di casi che sarebbe molto difficile da gestire. L’ipotesi della ripartenza su base regionale non sta bene al presidente della Lombardia Attilio Fontana, che ha paventato «un’Italia zoppa» se la fase 2 dell’emergenza dovesse cominciare prima in alcune zone e poi in altre.

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