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«Troppo care le mascherine acquistate dalla ditta calabrese». In Sardegna scoppia la polemica

L’opposizione attacca il presidente Solinas per una fornitura da quasi 10 milioni di euro commissionata a una società di Reggio. «Ffp3 pagate nello stesso giorno 3 euro a Sassari e 7,80 a Cagliari»

Pubblicato il: 22/04/2020 – 12:55
«Troppo care le mascherine acquistate dalla ditta calabrese». In Sardegna scoppia la polemica

CAGLIARI Alla Regione Sardegna sono costati 1 milione 860 mila euro più Iva i due milioni di mascherine chirurgiche per la protezione dal Covid-19 acquistate a fine marzo dalla Protezione civile regionale e fornite dalla Demar Hospital srl di Reggio Calabria. Dalla stessa azienda è stato comprato un milione di mascherine Ffp3 per rischio biologico destinate agli ospedali, per un prezzo di 7,8 milioni di euro più Iva. Le forniture, annunciate il 24 marzo scorso in un punto stampa dal presidente della Regione Christian Solinas, erano state disposte nel pieno della “rivolta” degli operatori sanitari, impegnati sul fronte dell’epidemia, per la carenza dei dispositivi sanitari individuali. Ma ora scoppiano le polemiche sui costi, oltre che sui presunti ritardi, con cui gli acquisti di dpi sono stati decisi. Le solleva, documenti alla mano, l’ex presidente della Regione ed ex deputato Mauro Pili, già candidato alla presidenza della Regione l’anno scorso con il suo movimento Unidos.
«Esamino tre soli acquisti: le mascherine cosiddette chirurgiche, le FFP2 e quelle di categoria superiore, le FFP3», argomenta Pili sulla pagina di Unidos. «A Cagliari le mascherine chirurgiche vengono acquistate dalla presidenza della Regione – direzione della Protezione civile a 0,93 centesimi. Ne comprano due milioni di pezzi per una somma complessiva, iva esclusa, di un milione 860 mila euro. Nello stesso istante, sempre la regione Sardegna, in questo caso l’azienda ospedaliero universitaria di Sassari acquista un quantitativo inferiore (100.000) di mascherine chirurgiche a 0,35 centesimi».
L’Aou si è rivolta a una società cinese con base a Shanghai. «Qualcuno dovrà dare delle spiegazioni», afferma l’ex parlamentare. «La realtà diventa inquietante quando si passa a quelle ben più costose, le FFP2. In questo caso a Sassari, sempre lo stesso giorno, il 25 marzo, le pagano 2 euro e ne comprano 500.000 pezzi. A Cagliari, stesso giorno, il 25 marzo le pagano 5,45 euro, quasi il triplo del prezzo di acquisto di Sassari. Non cambia per le FFP3: a Sassari le pagano a 3,03 euro a Cagliari 7,80 euro». «Le differenze di costo sono talmente rilevanti nello stesso giorno», conclude Pili, «che lasciano molti dubbi sulla gestione degli acquisti». (Agi)

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