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Colpe di Occhiuto e attacchi al Pd, la versione degli ex consiglieri in quota Paolini

«Il Partito Democratico con il ditino alzato e gli occhi abbassati di ieri è troppo» spiegano gli ex amministratori cittadini. «Avevamo avvisato dei rischi che correvamo fin dalla campagna elettora…

Pubblicato il: 26/04/2020 – 12:33
Colpe di Occhiuto e attacchi al Pd, la versione degli ex consiglieri in quota Paolini

COSENZA Il sequestro di Piazza Bilotti disposto dalla Dda di Catanzaro divide la politica cittadina tra quelli che la ritengono un attacco al sindaco e chi invece rispolvera vecchi comunicati per dire «ve l’avevamo detto». Storia lunga quella che ha portato alla creazione della piazza e del relativo parcheggio sotterraneo, oltre alle stanze museali. I lunghi strascichi di quelle giornate di denunce politiche, circa le irregolarità si ritrovano nelle interrogazioni parlamentari del presidente della commissione antimafia Nicola Morra, così come in quelle dell’ex vice-sindaco Katya Gentile, o dell’ex assessore ai lavori pubblici Giulia Fresca. Ma non ci sono solo loro, anche i gruppi consiliari che si schierarono al fianco di Enzo Paolini produssero una mole considerevoli di documenti. Non avevamo voglia nè di compiacerci e neanche di rivendicare ragioni. Ma quel che è troppo – cioè il il Pd ed il suo ditino alzato di oggi a fronte degli occhi bassi di ieri – è troppo. Ci ricorda tanto il Manzoni del 5 maggio, con il servo encomio ed il codardo oltraggio,e ci impone di dire. La notizia che la brutta vicenda del rifacimento di Piazza Bilotti si stia evolvendo proprio come noi, mentre il Pd era distratto, avevamo previsto, visto e denunciato e che riguarda l’ emersione di un groviglio di interessi e malaffare, non ci sorprende nè ci gratifica – è scritto in un comunicato stampa diffuso dalle liste che sostennero la candidatura di Paolini-». Molti di loro, non esistono più (come Sel) ma dietro quelle sigle ancora oggi si celano volti di chi in modo convinto credeva in quelle denunce. «Avevamo avvertito,già in campagna elettorale,del pericolo di affidare la città simbolo della virtuosa gestione amministrativa socialista a quello che veniva definito nel 2011 “il modello Scopelliti”. Cioè un Titanic sul quale per l’occasione suonava l’orchestrina di Adamo and friends, mutanti politici usciti dal bar di guerre stellari e sul quale, grazie a loro, è stata imbarcata anche Cosenza. Negli anni quel modello si è aggiornato, superando l’originale, ornandosi di avvisi di garanzia, inchieste per corruzioni e bancarotte fraudolente, debiti privati pagati con soldi pubblici,dissesto comunale dichiarato e confermato,condanna della corte dei conti per uso spregiudicato ed illegale di risorse pubbliche, fino all’apertura di quest’ultimo filone per la clamorosa irregolarità della procedura di appalto, di esecuzione e di collaudo dell’opera simbolo del modello, cioè piazza Bilotti». Quei partiti, alcuni politici altri liste civiche, rivendicano oggi con insistenza l’aver denunciato tutto prima politicamente e poi penalmente. Faldino nei quali fecero finire l’inesistenza della perizia geologica facendo evidenziare come: «Quella depositata l’ultimo giorno era copiata sin nelle virgole e negli errori di ortografia da un altra perizia redatta 11 anni prima. Il silenzio complice della politica dei partiti, del consiglio comunale intorno a noi ci fece capire che che la Cosenza da bere, la smart city in grado di correre verso il futuro con idee moderne e lontano da vecchie pratiche, non era mai esistita e non era mai stata nemmeno pensata». Nel comunicato diramato dalle sigle politiche:Uniti per Enzo Paolini Sindaco, Pse, Sel, Cosenza Domani, Pli, Idv, Autonomia e Diritti, Buongiorno Cosenza e Giovine Cosenza, Costruiamo il futuro, è scritto che i cosentini: «Hanno visto la devastazione dell’unica opera pubblica che ha avuto un senso sociale oltre che urbanistico dal dopoguerra in poi: il Viale Parco che aveva consentito la ricucitura tra i territori e le parti sociali della comunità.E poi l’annuncio incessante di fasti oppiacei ed inutili per tutti tranne che per i pochi interessati. Per intenderci,di cosa ha bisogno ,ora come ora,una città come Cosenza ? Di un ponte costosissimo, griffato ed inutile: eccolo. Di una metropolitana per migliaia di passeggeri al giorno da far viaggiare vuota ? Di una funicolare da far andare su e giù? Di uno stadio che possa contenere tutta la città, anziani e bambini compresi? Arriveranno. Non servono ma arriveranno perché ciò che conta in questo modello, quello contro il quale ci siamo battuti, non sono i servizi,gli investimenti strutturali generatori di crescita, di senso identitario, di istituzioni capaci di diffondere un progetto culturale inclusivo e solidale per poter lavorare sulla formazione, sulla scuola, sulla sanità, sulla tutela dell’ambiente e del patrimonio. No, in questo modello, come abbiamo visto e continuiamo a vedere sgomenti hanno contato solo l’affarismo smodato e rapace. Contro qualsiasi smentita i fatti stanno lì, nudi e crudi, uno dopo l’altro, spietati e non interpretabili».

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