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«Ha inquinato le prove». Nuovo arresto per il giudice Petrini
I legali del magistrato avevano chiesto l’obbligo di dimora a Lamezia Terme ma le misure restrittive sono state aggravate. La Guardia di finanza di Crotone ha perquisito l’abitazione della moglie
Pubblicato il: 29/04/2020 – 13:05
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CATANZARO I suoi legali avevano chiesto un’attenuazione della misura cautelare per passare dagli arresti domiciliari all’obbligo di dimora, e rientrare a Lamezia Terme. Questa mattina, però, l’ex presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Marco Petrini, è stato riarrestato dalla Dda di Salerno e trasferito nel carcere della città campana. L’accusa, secondo quanto si apprende, è di inquinamento probatorio. Il provvedimento è stato eseguito dai militari della Guardia di finanza di Crotone, che hanno proceduto, nella mattinata di mercoledì, a un’altra serie di perquisizioni a Lamezia Terme, nella casa della moglie del giudice, Stefania Gambardella. La difesa, rappresentata dal professore Agostino De Caro e dall’avvocato Francesco Calderaro, ha annunciato che farà appello contro questa nuova misura cautelare. Petrini è stato arrestato il 15 gennaio scorso per diversi capi d’accusa di corruzione in atti giudiziari poiché avrebbe accettato denaro e doni di vario genere per intervenire su procedimenti giudiziari sia in qualità di presidente della seconda sezione della Corte d’appello di Catanzaro che di presidente della Commissione tributaria provinciale. Nei giorni scorsi, il Tribunale di Salerno ha convocato per il 9 giugno prossimo l’udienza per il giudizio immediato per il magistrato e altri coimputati nel procedimento che ha fatto luce sulla corruzione nel Palazzo di giustizia del capoluogo calabrese. (ale. tru.)
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