Ultimo aggiornamento alle 18:07
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

«L’ordinanza sulle riaperture? In linea con i decreti Conte». La difesa della Regione

La memoria depositata al Tar dai legali della Cittadella. «Sullo scontro con il governo decisa la Corte costituzionale. L’unica misura meno restrittiva è solo una disposizione di dettaglio. I danni…

Pubblicato il: 05/05/2020 – 10:28
«L’ordinanza sulle riaperture? In linea con i decreti Conte». La difesa della Regione

CATANZARO Il ricorso avanzato dal governo contro l’ordinanza Santelli non può essere discusso davanti al Tar. Dirimere la controversia spetta alla Corte costituzionale. È uno dei punti sui quali si basano le memorie difensive della Regione contro l’atto depositato ieri al Tribunale amministrativo e ispirato dalle osservazione del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia. La Regione sarà difesa da Oreste Morcavallo, Andrea Di Porto e Massimiliano Manna. Il nodo centrale attorno a cui si impernia il ragionamento dei legali è che il ricordo è «inammissibile per difetto di giurisdizione». E lo suggerirebbe proprio la presidenza del Consiglio dei ministri quando indica che l’ordinanza «sia lesiva delle proprie prerogative costituzionali».
Gli eventuali danni in materia di aumento dei contagi, poi, «risultano non prospettati ed in alcun modo dimostrati, soprattutto se si consideri la sopravvenienza di disposizioni statali di carattere sostanzialmente equipollente». Insomma, per la linea di difesa della Cittadella non è che le prescrizioni previste dal governo si allontanino molto da quelle ordinate dalla presidente Jole Santelli.
«ORDINANZA LEGITTIMA» Altro punto sollevato è la «carenza di interesse», perché il governatore ha competenze dirette in materia sanitaria. Per i legali, infatti, «l’ordinanza contingibile ed urgente quivi impugnata trova sicuro fondamento normativo nei poteri riconosciuti dal terzo comma dell’art. 32 cit. al Presidente della Regione Calabria». E, tra l’altro, l’ordinanza sarebbe «conforme ai principi di adeguatezza e proporzionalità (…) che richiedono di modulare le misure limitative di prerogative costituzionali al “rischio effettivamente presente su specifiche parti del territorio” (non a caso nell’ordinanza impugnata si sottolinea l’adeguatezza e proporzionalità delle misure adottate in relazione alla specificità della Regione Calabria quanto al rischio contagio)». L’anomalia starebbe, invece, nel Dpcm governativo del 26 aprile 2020, «che pretenderebbe di dettare le stesse identiche misure – si ripete, gravemente limitative di prerogative costituzionali – per tutto il territorio nazionale, omettendo di tener conto del diverso grado di rischio esistente tra le Regioni». Semmai, dunque, sarebbe inidoneo lo strumento del Dpcm.
«SOLO DISPOSIZIONI DI DETTAGLIO» In punta di diritto, gli avvocati ai quali si è rivolta la Regione analizzano il testo dell’ultimo decreto firmato dal premier Conte per notare che «l’ordinanza regionale non amplia le disposizioni governative, muovendosi in perfetta linea con i dettati del Dpcm 26 aprile 2020, entro i limiti delle norme nazionali, di cui esprimono un mero dettaglio».
In sostanza, «la disposizione che consente la ripresa di attività di Bar, Pasticcerie, Ristoranti, Pizzerie, Agriturismi con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto non si pone in alcun modo in contrasto con la disposizione nazionale, essendo da intendersi quale disposizione di dettaglio della medesima, in funzione delle specificità della situazione epidemiologica presente nel territorio regionale ed in presenza di alcune “misure minime” da adottare a tutela della salute pubblica e del rischio di contagio». Come dire: la possibilità di consumare una pizza all’aperto è soltanto una specifica ulteriore di quanto disposto nel Dpcm del 26 aprile, che vietava le consumazioni all’interno dei locali.
MISURE STRINGENTI Di più: nel “riaprire” i locali, la Regione prevede «misure addirittura più restrittive rispetto a quelle genericamente individuate dal DPCM, consistenti, per ciò che concerne la somministrazione di prodotti attraverso il servizio con tavoli all’aperto, in: sistemazione delle sedie al tavolo garantendo la distanza da 1,00 a 1,50 metri tra i visi degli occupanti; prenotazione obbligatoria con percorsi predefiniti al fine di garantire; la distanza interpersonale di almeno 1 metro ed evitare le code; misurazione della temperatura corporea per i clienti; rispetto delle norme igienico-sanitarie nella preparazione, privilegiando l’uso di mascherine per il personale, di occhiali e garantendo il distanziamento minimo; obbligo di sanificazione dei servizi igienici dopo ogni utilizzo; disponibilità di prodotti igienizzanti per clienti e personale, in particolare per l’accesso ai servizi igienici. In caso di utilizzo dovrà essere obbligatorio l’uso di mascherine con igienizzazione delle mani, prima e dopo averle indossate; privilegio dei pagamenti elettronici con contactless e barriere nella zona cassa; utilizzo di mascherine per clienti e operatori in fase di ordinazione e servizio; sanificazione accurata nel riapparecchiare i tavoli; divieto di attività self-service».
Il ragionamento dei legali è chiaro: «L’unica misura che appare meno restrittiva delle corrispondenti statali (lo svolgimento di attività di somministrazione attraverso il servizio con tavoli all’aperto) non è altro che una disposizione di dettaglio di modalità già individuate per un’attività assolutamente equipollente rispetto a quella indicata, sia per categoria 13 merceologia che obbligo di adozione di adeguate (e specificamente indicate) misure di distanziamento e contenimento, in conformità a quanto genericamente indicato nel Dpcm 20 aprile 2020 per il caso della ristorazione con servizio di consegna a domicilio».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x