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Acqua, Botricello batte il colosso Acea: otterrà 950mila euro

Confermata la sentenza di primo grado che obbligava i privati a risarcire il Comune. I legali: «Una boccata d’ossigeno per l’ente in dissesto»

Pubblicato il: 06/06/2020 – 18:22
Acqua, Botricello batte il colosso Acea: otterrà 950mila euro

BOTRICELLO È una vittoria del “piccolo” Comune di Botricello contro un colosso come Acea Spa. Vittoria che porta nelle casse dell’ente quasi 950mila euro e investe il settore idrico, da sempre al centro di contenziosi tra pubblico e privato. La sentenza della Terza sezione civile della Corte d’Appello di Catanzaro conferma che Acea, Hydreco e Idrosistemi Costruzioni dovranno risarcire l’amministrazione comunale del Catanzarese di 946mila euro. E i legali Giuseppe Iannello e Gian Paolo Stanizzi, che hanno difeso il Comune, la accolgono con entusiasmo. « Un risultato importante per le casse del Comune di Botricello – dicono – e un ottimo risultato raggiunto in favore dei cittadini del Comune ionico. Una speranza in più per i creditori dell’Ente, oggi in stato di dissesto, di raccogliere finalmente il frutto del loro prezioso lavoro». La nota sottolinea la «perfetta sinergia tra noi avvocati che, coadiuvati dall’avvocato Antonio Aiello, abbiamo portato a conclusione un difficilissimo contenzioso che ha avuto varie controparti, innanzitutto il colosso delle multiutility “Acea Spa”».
Nel contenzioso mosso contro i privati, il Comune di Botricello «affermava che la concessionaria, pur riscuotendo direttamente i canoni per i servizi espletati dagli utenti finali, ometteva il pagamento delle fatture emesse dalla Regione Calabria al Comune di Botricello per l’approvvigionamento dell’acqua potabile dal servizio idrico, adducendo una situazione di bilancio deficitaria causata dal mancato adeguamento tariffario previsto dalla convenzione e sottraendosi all’adempimento delle obbligazioni». I privati non pagavano la Regione perché si aspettavano di riscuotere tariffe idriche più elevate dai cittadini. Il punto è che, secondo i giudici di primo grado, il Comune non avrebbe avuto «nessun obbligo» di aumentare il costo dell’acqua. E anche in Appello, il ragionamento trova conferma.

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