TRENTO Dalle prime ore della notte è in corso un’operazione della Polizia di Stato di Trento, denominata “Freeland”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la locale Procura della Repubblica, contro la ‘ndrangheta in Trentino Alto Adige. Le indagini dei poliziotti della squadra mobile hanno portato a numerosi arresti per i reati di associazione mafiosa, estorsione, sequestro di persona, illecita vendita di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, bancarotta fraudolenta, contraffazione di documenti e favoreggiamento. Si conterebbero in tutto 20 arresti e perquisizioni in Trentino Alto Adige, Calabria e Veneto.
L’operazione, che ha visto l’impiego di circa 200 uomini della Polizia di Stato di Trento è diretta a disarticolare una “locale” di ‘ndrangheta, da anni operante a Bolzano, emanazione, seppur autonoma, della ‘ndrina Italiano-Papalia di Delianuova, in provincia di Reggio Calabria. Tra i 20 arrestati figurano anche esponenti di altre “famiglie” ndranghetiste appartenenti ai mandamenti ionico e tirrenico della Calabria. Perquisizioni ed arresti sono in corso anche in provincia di Reggio Calabria, Padova e Treviso.
L’INDAGINE Tra gli arrestati, indiziati di concorso esterno in associazione mafiosa, vi sono anche due soggetti originari di Bolzano, rispettivamente di 32 e 45 anni, così come di Padova e Treviso, raggiunti anch’essi dalla custodia cautelare in carcere questa notte. Inoltre, è stato accertato come la locale di ndrangheta di Bolzano avesse anche contatti, per finalità illecite, con soggetti rom, al punto tale di farli figurare quali lavoranti in una ditta di costruzioni per garantirgli i benefici alternativi alla detenzione. La pervicacia, ed allo stesso tempo la pericolosità, del gruppo criminale calabrese stanziatosi in Trentino Alto Adige si è rivelata non soltanto nell’ambito di attività strettamente criminali. Ma anche con una intensa infiltrazione nel tessuto economico altoatesino, in particolare nel settore edile e della ristorazione.
IL BOSS DI DELIANUOVA Al vertice della locale altoatesina è stato individuato un sessantenne originario di Delianuova ma da molti anni residente a Bolzano, titolare di una ditta di costruzioni, e fittiziamente di un bar, utilizzato per gli incontri tra gli esponenti della stessa locale. A quest´ultimo, in aggiunta ad una serie di reati tra cui l´associazione mafiosa, il traffico di droga e la detenzione illegale di armi, è stato contestato il reato di bancarotta fraudolenta. Perché si è appropriato indebitamente del denaro di una ditta di costruzioni, di cui era amministratore, dichiarata fallita dal Tribunale di Bolzano, e pertanto sottoposta a procedura concorsuale tale da garantire i creditori, impedendo che quest´ultimi vedessero soddisfatti gli importi richiesti. Allo stesso modo tra i compartecipi dell´associazione mafiosa individuata a Bolzano sono risultati due fratelli calabresi, rispettivamente di 65 e 57 anni, da anni residenti in Trentino Alto Adige e titolari di bar e pizzeria nel capoluogo altoatesino.
ESTORSIONE Nel corso delle indagini sono stati accertati anche episodi di estorsione ai danni di un meccanico di Bolzano nonché di sequestro di persona in danno di un ristoratore. Entrambi gli episodi, l’uno finalizzato ad evitare di pagare una riparazione ad un meccanico; l’altro per riscuotere un asserito debito, hanno confermato modalità, nonché una forza intimidatoria raggiunta dalla consorteria calabrese altoatesina, tipiche delle ‘ndrine ubicate in Calabria. Proprio i legami con quest’ultime, in primis gli Italiano -Papalia di Delianuova ma anche i “Barbaro -Papalia”, egemoni a Platì con ramificazioni fino a Buccinasco in provincia di Milano, e gli “Alvaro-Macrì-Violi” di Sinopoli, stati una costante della “locale” scoperta a Bolzano nel corso delle indagini, per finalità connesse al traffico di droga così come al reperimento di armi da avere a disposizione in Trentino Alto Adige. Esponenti di ‘ndrine calabresi della fascia ionica e tirrenica, operanti in provincia di Reggio Calabria, sono stati anch’essi raggiunti dalle ordinanze di custodia cautelari in carcere emesse dall’Autorità giudiziaria di Trento ed eseguite questa notte dalla Polizia di Stato anche in Calabria.
I nomi degli indagati:
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