COSENZA È stato un weekend di fuoco quello appena concluso. In tutti i sensi. Il triangolo Roccella, Bova, Amantea ha dovuto gestire lo sbarco di 70 migranti, 13 di questi risultati positivi al Coronavirus e dirottati sul Tirreno cosentino dove è scoppiata una vera e propria rivolta di popolo. Anche per timore di possibili sommosse popolari, proprio ieri sera la prefettura di Cosenza ha disposto la vigilanza 24 ore su 24 della struttura che ospita i pakistani: nessun ospite può uscire, l’ingresso è riservato al solo personale medico o destinato al vitto. L’Asp di Cosenza ha predisposto la sorveglianza sanitaria mentre è stato attivata una «costante interlocuzione» col Ministero dell’Interno.
Una situazione surreale, quindi, quella venutasi a creare ad Amantea, col timore di nuovi focolai proprio nel mezzo della “stagione” turistica. Anzi, «esplosiva» come definita da Jole Santelli. E nonostante il il sindaco di Roccella abbia rassicurato i suoi concittadini su una vicenda «gestita al meglio in un contesto nel quale è un dovere accogliere questa gente», la Governatrice ha scritto al premier Giuseppe Conte, chiedendo «navi quarantena» come la Moby Zazà ormeggiata a Porto Empedocle, oppure «vieterà gli sbarchi».
La tensione, insomma, è ancora altissima. «L’unica soluzione in grado di evitare pericoli per la salute della popolazione calabrese non può che essere quella di procedere alla requisizione di unità navali, da dislocare davanti alle coste delle regioni italiane maggiormente interessate dagli sbarchi, a bordo delle quali potranno essere svolti i controlli sanitari sugli immigrati e potrà essere assicurata, in caso di positività, l’effettuazione del periodo di quarantena obbligatoria», ha detto la presidente della Regione. Che poco dopo ha aggiunto di attendersi «una risposta rapidissima da parte del governo e avverto che, in caso contrario, non esiterò ad agire, esercitando i miei poteri di ordinanza per emergenza sanitaria, vietando gli sbarchi in Calabria. Voglio evitare un braccio di ferro con il governo, ma ho l’obbligo di difendere i calabresi e chi ha scelto di passare in Calabria le proprie vacanze».
E se ad Amantea gli abitanti sono scesi in strada bloccando arrivando a bloccare anche la statale tirrenica, a Roccella Jonica sono rimasti i minori, cinque di questi positivi al Coronavirus. Vittorio Zito, il sindaco del comune reggino si è affidato a Facebook per informare i suoi concittadini. «Il nostro comune ospita 20 migranti – ha scritto – minori non accompagnati, sbarcati tra giovedì e venerdì. Lo fa perché è un suo preciso dovere dettato dalla legge. Ma lo fa anche perché crede che quando si è chiamati a svolgere il proprio dovere, lo si deve fare fino in fondo. E se è un dovere organizzare l’accoglienza dei minori non accompagnati, tutti ragazzi fra i 13 e i 15 anni che hanno negli occhi la tristezza della fuga dalla propria casa, il dolore per quello che hanno visto e la paura per il futuro, lo fai al meglio e basta. Poi, quando ti dicono che tra di loro ci sono 5 casi di positività al Covid-19 , ti metti subito al lavoro per gestire in piena sicurezza questa situazione, al fine di non generare alcun pericolo per i cittadini e i turisti. Ma facendo attenzione a non abbandonare nemmeno per un istante la preoccupazione di garantire il pieno rispetto della dignità di questi esseri così fragili. Sai che è possibile farlo. Perché puoi contare sulla straordinaria professionalità e disponibilità delle forze dell’ordine – ha concluso Zito – sulla competenza dei medici dell’Usca e della task force regionale, sul supporto istituzionale della Prefettura, sul lavoro di magnifici volontari, sull’aiuto di una splendida squadra di amministratori e dipendenti comunali. E sai di poter contare sulla serietà dei tuoi concittadini».
Sul caso è intervenuta la deputata Pd Enza Bruno Bossio. Schierandosi a sostegno degli amanteani. «È evidente – ha dichiarato – l’allarme che immediatamente questa notizia ha creato nella popolazione. Anche perché Amantea non è una cittadina qualsiasi: è uno dei centri turistici e commerciali più importanti e popolosi della Calabria. Chi ha avuto l’idea di scegliere un luogo con queste caratteristiche certamente non ha fatto la scelta più logica a riguardo, questa mattina ho sentito il prefetto di Cosenza e il responsabile del dipartimento prevenzione dell’ASP che mi hanno rassicurata sulle modalità con le quali è avvenuto il trasferimento».
Wanda Ferro, dal canto suo ha già annunciato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interni, Luciana Lamorgese e al ministro della Salute Roberto Speranza. «La Calabria – ha scritto la parlamentare di FdI – è sempre stata terra di accoglienza, ma deve continuare a proteggere il proprio fragile sistema economico e sanitario dalla minaccia del coronavirus e non può essere sacrificata sull’altare delle battaglie ideologiche. Come ha rimarcato l’assessore al Turismo Orsomarso, essere una regione libera dal covid ha consentito alla Calabria di proporsi come meta turistica sicura, con riscontri incoraggianti in termini di presenze e prenotazioni».
Intanto al momento, secondo quanto si apprende, non sono previste navi aggiuntive alla Moby Zazà, utilizzata per la quarantena dei migranti al largo della Sicilia. Regione dove proseguono gli sbarchi: altri 107 immigrati sono arrivati a Lampedusa e 60 a Pozzallo. Ieri il governatore Nello Musumeci ha chiesto lo stato d’emergenza.
L’arrivo di pakistani sui barconi potrebbe essere l’effetto del blocco dei voli dal loro Paese imposto dall’Italia, che li spinge ad atterrare in Turchia per poi proseguire via mare verso le coste italiane. «Ci sono decine di nuovi casi di immigrati positivi al virus – ha detto Matteo Salvini – questo governo mette in pericolo l’Italia».
In giornata, infine, il ministro Lamorgese ospiterà in videoconferenza un vertice con gli omologhi di Germania, Francia, Spagna e Malta e di Libia, Tunisia, Algeria, Marocco e Mauritania. Obiettivo rafforzare la collaborazione con i Paesi di partenza dei flussi migratori più consistenti verso l’Italia.
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