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Errore in sala parto, la Corte d'Appello: «Nicolas era sano»

I giudici di secondo grado dichiarano la prescrizione ma confermano il giudizio di responsabilità quanto agli effetti civili per due ginecologi dell’ospedale di Melito Porto Salvo. Ora quel bambino n…

Pubblicato il: 17/07/2020 – 13:08
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Errore in sala parto, la Corte d'Appello: «Nicolas era sano»
REGGIO CALABRIA Dopo quasi sei ore di camera di consiglio circa 16 anni di battaglie giudiziarie la Corte d’Appello di Reggio Calabria, all’udienza di mercoledì scorso, ha dichiarato la prescrizione del reato di lesioni gravissime contestato ai medici Pasquale Baccellieri, assistito dall’avvocato Loris Maria Nisi, e Giuseppe Santoro, assistito dall’avvocato Giuliana Barberi, confermando il giudizio di responsabilità espresso in primo grado dal Tribunale. VICENDA GIUDIZIARIA LUNGA 16 ANNI La lunga vicenda giudiziaria è iniziata all’indomani della nascita di Nicolas Umbaca, quando il padre si recò dai Carabinieri di Melito Porto Salvo accompagnato dall’avvocato Ferdinando Parisi per denunciare i ginecologi dell’Ospedale di Melito di Porto Salvo le cui manovre in sala parto avrebbero reso il neonato un vegetale. Ben due richieste di archiviazione hanno allungato i tempi del processo, a seguito della prima richiesta le indagini vennero avocate dalla Procura Generale su istanza dei difensori della famiglia Umbaca, gli avvocati Armando Veneto e Ferdinando Parisi (in primo grado e in appello si sono aggiunti anche gli avvocati Rita Fenio e Vladimir Solano), i quali dopo la seconda richieste ottennero dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria l’imputazione coatta dei ginecologi. Nel corso del processo di primo grado il Tribunale ha nominato un nuovo collegio peritale che smentendo le precedenti consulenze giunse alla conclusione che Nicolas fino alla nascita era sano e che divenne tetraplegico per la somministrazione di dosi eccessive di ossitocina e per l’effettuazione di manovre dirette a superare meccanicamente una sproporzione feto-pelvica insuperabile, viste le grandi dimensioni del feto. Era il 21 dicembre 2011 quando il Tribunale di Reggio Calabria, condannò entrambi i ginecologi per il reato di lesioni gravissime. Dopo anni giunse anche la condanna del medico Baccellieri per falso in atto pubblico pluriaggravato poiché la cartella clinica sarebbe risultata alterata in più punti, condanna successivamente annullata dalla Corte di Cassazione per vizi del capo d’imputazione. LA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO Mercoledì scorso l’ultimo atto della Corte di Appello di Reggio Calabria, presieduta da Concettina Garreffa, che ha dichiarato prescritto il reato, confermando però il giudizio di responsabilità quanto agli effetti civili. Il bambino nel frattempo è morto a soli 13 anni. Da allora il padre, che fino a quel momento era presente a ogni udienza, non ha più seguito il processo se non tramite i suoi legali. (f.p.)
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