CATANZARO La Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” di Catanzaro tra le eccellenze italiane: è quello che risulta dal Programma Nazionale Esiti 2019 diffusi dal Ministero della Salute.
L’Unità Operativa diretta dal professor Pasquale Mastroroberto risulta essere tra i primi posti di efficienza in base ai dati resi pubblici dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali che, secondo gli indicatori raccolti dal Sistema Informativo Ospedaliero, valuta le informazioni di tutti i ricoveri ospedalieri registrati in Italia.
Nell’ambito della Cardiochirurgia sono sottoposti a valutazione i volumi dei ricoveri e gli indici di mortalità per due procedure: il bypass aorto-coronarico isolato e il trattamento chirurgico delle valvulopatie isolate – riparazione o sostituzione valvolare.
«Abbiamo migliorato il numero dei ricoveri rispetto agli anni precedenti – afferma con soddisfazione Mastroroberto – e questo grazie a stretti rapporti di collaborazione con gli ospedali dell’area centro-nord della Calabria. Ma il dato sicuramente più importante è correlato agli esiti con indici di mortalità a 30 giorni di assoluto rilievo nazionale: difatti la mortalità per il bypass aorto-coronarico isolato è stata dell’1.2%, comparata con la media nazionale che è pari al 2.03%; mentre i risultati della chirurgia valvolare isolata sono addirittura superiori con una mortalità dello 0.9% – la media nazionale è al 2.18%».
«Tutto questo si è reso possibile – continua Mastroroberto – grazie ad un sistema organizzativo complesso avviato qualche anno fa e, soprattutto, ai sacrifici ed alle professionalità del team cardiochirurgico composto da medici, tecnici della circolazione extracorporea,infermieri e o.s.s. di reparto e sala operatoria e dal team della anestesia, rianimazione e terapia intensiva. I dati del PNE sono migliorati costantemente e progressivamente ed hanno trovato riscontro e testimonianze anche da parte di illustri cardiochirurghi mondiali che ogni due anni portano il loro contributo scientifico nell’Università “Magna Graecia” in un Congresso Internazionale che ormai rappresenta una realtà consolidata».
I progetti futuri? «Sviluppare ulteriormente – aggiunge il professore – la chirurgia mininvasiva, ricordando anche la nostra casistica non banale di impianti di protesi valvolari senza suture ma, soprattutto, riavviare il programma di assistenza meccanica al circolo incluso l’impianto dei VAD, i cuori artificiali miniaturizzati, in modo da assicurare cure adeguate nella nostra regione a pazienti che soffrono di gravi patologie che portano allo scompenso cardiaco refrattario alla terapia medica. Tutto questo sulla scorta di una esperienza ultradecennale, visto che la Cardiochirurgia Universitaria è stata la prima in Calabria ad utilizzare sistemi di assistenza meccanica temporanea quali,ad esempio, l’ECMO e l’Impella. Questi elementi devono essere da impulso per sfatare quei modelli anacronistici che considerano le strutture sanitarie del sud-Italia inferiori ad altre regioni italiane».
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