BARI Le dichiarazioni rilasciate ieri alla stampa dal direttore dell’Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, su 29 cittadini pugliesi di rientro da un viaggio organizzato in Calabria e risultati positivi al Covid-19, hanno lasciato spazio a diverse interpretazioni. L’incertezza sulle tappe e i tempi del viaggio non hanno chiarito dove e quando potrebbero essere maturati i contagi.
LE TAPPE DEL VIAGGIO Andiamo con ordine. Come riferito al Corriere della Calabria da alcune fonti, il viaggio organizzato è partito da Bari lo scorso 14 agosto con arrivo in giornata a Diamante.
Dopo la visita alla località del Cosentino, il gruppo si è spostato a Palmi, dove ha soggiornato fino al rientro. Dalla base reggina, i cittadini pugliesi si sono spostati diverse volte per visitare una serie di località: il 15 agosto hanno visitato Scilla; il 16 agosto Tropea; il 17 agosto le Isole Eolie; il 18 agosto Zungri e Pizzo Calabro, il 19 agosto Reggio Calabria fino a chiudere con la visita alla Certosa di San Drono e il definitivo rientro a Bari dello scorso 20 agosto.
NESSUN FOCOLAIO NEI POSTI VISITATI In nessuna delle tappe del viaggio elencate ci sono stati focolai e dall’inizio della pandemia ad oggi si sono registrati solo sporadici contagi, alcuni molto datati e comunque attualmente in isolamento domiciliare, come nel caso dei due positivi riscontrati a Diamante nei giorni scorsi. Il primo episodio febbrile che ha destato apprensione nel gruppo dando il via ai controlli, si è avuto il successivo 24 agosto. Motivi che non farebbero escludere che qualcuno dei partecipanti al viaggio fosse partito avendo già contratto il virus nel periodo precedente all’approdo in Calabria. Inoltre, di questi 29, otto sono contatti stretti di casi già individuati in precedenza.
In queste ore il personale della struttura di Palmi dove il gruppo ha soggiornato sarà sottoposto a tampone come richiesto dalle autorità sanitarie per escludere ulteriori eventuali rischi di contagio evitando il propagarsi di nuovi focolai. (f.d.)
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