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Incarichi non autorizzati, docente-architetto restituirà 300mila euro all’Unical

La Corte dei Conti condanna in primo grado Mauro Francini per l’«occultamento doloso» di alcune consulenze. L’accusa aveva chiesto un risarcimento di oltre 2 milioni, “tagliato” in buona parte graz…

Pubblicato il: 09/09/2020 – 7:13
Incarichi non autorizzati, docente-architetto restituirà 300mila euro all’Unical

di Pablo Petrasso
COSENZA Per via dei «numerosi incarichi svolti in favore di soggetti privati ed enti pubblici» dovrà risarcire l’Università della Calabria per oltre 300mila euro. E gli è andata bene: la Procura della Corte dei conti chiedeva per Mauro Francini, architetto e docente assunto all’Unical come ricercatore nel 1987 «con opzione per il tempo pieno», una condanna molto più pesante, visto che il danno provocato all’ateneo era stato quantificato in quasi 2,2 milioni di euro. Assolto per alcune somme (25mila euro percepiti in seguito agli incarichi conferiti dalla Regione Calabria e 352mila eliminati dal computo per via delle maggiori retribuzioni percepite, dal 1999 al 2015, per il tempo pieno») e “prescritto” per una cifra di quasi 1,5 milioni di euro, il docente-architetto dovrà restituire all’università la somma di 320.243 euro «oltre alla rivalutazione monetaria su base annua secondo indici Istat dalla data dell’evento lesivo e agli interessi legali dalla data di pubblicazione della presente sentenza e sino all’effettivo soddisfo».
LA PRESCRIZIONE: DANNO “TAGLIATO” PER 1,5 MILIONI Molta della “sfida” giudiziaria, basata su una corposa documentazione depositata dalla guardia di finanza riguardo all’attività professionale del docente nell’ambito della Pianificazione territoriale, si gioca in punta di diritto. Il principio, per i giudici, è chiaro: «per tutti gli incarichi per i quali risulti mancante una valida autorizzazione rilasciata dall’Università della Calabria, il Collegio ritiene di accogliere l’impostazione accusatoria del requirente di contestare al convenuto l’occultamento doloso del danno, con evidenti riflessi in ordine al dies a quo del termine prescrizionale». Senza dolo, infatti, i termini della prescrizione mutano, concedendo al docente la possibilità di un corposo “taglio” rispetto alla pesante richiesta dell’accusa. E «per gran parte di essi» passa la linea difensiva del prof Francini, infatti, ha presentato «le richieste di autorizzazione all’assunzione dell’incarico all’Università» e l’ateneo li ha autorizzati «sia pure secondo la disciplina regolamentare vigente ratione temporis». Dunque, non si può contestare all’architetto «l’occultamento doloso del danno ai fini della decorrenza della prescrizione».
I giudici, al termine del ragionamento, ritengono prescritto il danno contestato dal pubblico ministero relativamente agli incarichi svolti per conto dei Comuni di Squillace, Amantea, Aiello Calabro, Marano Marchesato, Serra San Bruno, Scalea, Paola, Fiumefreddo Bruzio, Caloveto, San Lucido, Stilo, Morano Calabro, Santa Severina, Tiriolo, Strongoli. La disamina si traduce in un grosso “risparmio” contabile: circa 1,5 milioni di euro.
IL DOLO E LA CONDANNA Per altri incarichi, invece, la Corte dei conti ritiene di dover arrivare a «diverse conclusioni», perché risulterebbero «o sprovvisti ai autorizzazione o con autorizzazioni rilasciate successivamente all’espletamento dell’incarico». È in questi casi che i giudici ravvisano un «occultamento doloso del danno», nonostante la difesa abbia sollevato obiezioni sulla mancata istituzioni di organi di controllo da parte dell’ateneo. Da queste considerazioni deriva che sarebbero otto gli incarichi «del tutto privi di autorizzazione». Sono quelli per il Comune di Parenti (una variante al Regolamento edilizio: 5mila euro), per la Comunità Montana Media Valle Crati Serre cosentine (progetto esecutivo centri storici Dipignano e Marano Principato: 10.535 euro), per il Comune di Villapiana, per il Comune di Paola (ristrutturazione del complesso edilizio Sant’Agostino: 47.398 euro), per il Comune di San Lucido (lavori di recupero e riqualificazione ambientale e culturale: 173.810 euro), Comune di Morano Calabro (redazione e adeguamento del Prg), per il Consorzio di bonifica integrale del bacini settentrionali del Cosentino (incarico per la progettazione esecutiva Autosole-Scalea: 2mila euro). Per i giudici, inoltre, la responsabilità erariale del docente «va, parimenti, affermata in relazione alla sua attività di amministratore unico, nonché alla attività consulenziale svolta in favore della società Essetre». Rispetto a questa contestazione, «il Collegio ritiene che vada riconosciuta l’illiceità della condotta del professor Francini per aver svolto le funzioni di amministratore unico della Essetre srl e, conseguentemente, anche i compensi percepiti per € 59.488,00 costituiscono danno erariale». Il danno totale, dunque, ammonta a 320.243 euro, secondo i giudici di primo grado.
«NESSUNA CONTESTAZIONE SULLA QUALITÀ DELLA DOCENZA» Il docente è stato, invece, assolto dall’accusa di aver lucrato ulteriori 325mila euro, cioè il differenziale retributivo tra la retribuzione percepita in relazione al proprio rapporto di lavoro a tempo pieno e quella che avrebbe dovuto percepire se avesse scelto l’opzione del tempo definito. Questa richiesta dell’accusa è stata respinta, perché «il Procuratore regionale non ha fornito alcuna prova in ordine alla sopra citata “minore resa del servizio, con abbassamento quantitativo e qualitativo delle prestazioni”» e «non è stata mai mossa alcuna contestazione all’attività didattica del professor Francini», dunque «non vi è prova alcuna che l’Università della Calabria abbia subito un effettivo e concreto pregiudizio per il buon andamento dell’attività didattica». (p.petrasso@corrierecal.it)

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