Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 22:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Vicenda Colleferro, Bombardieri: «Tutti hanno diritto alla difesa»

Il procuratore capo di Reggio ha ribadito la necessità dell’affermazione dello stato di diritto contro il “giustizialismo popolare”: «Non si può pensare che uno possa avere o non avere il difensore a…

Pubblicato il: 12/09/2020 – 10:17
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Vicenda Colleferro, Bombardieri: «Tutti hanno diritto alla difesa»
REGGIO CALABRIA «La professione del difensore è nobile ed indispensabile in un sistema democratico. Tutti hanno diritto ad essere difesi nel miglior modo possibile. L’avvocato non può essere attaccato perché fa il suo lavoro». Così il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, intervistato da “Il Dubbio”, interviene sulla vicenda degli attacchi subiti dai legali che difendono i presunti assassini di Willy Monteiro Duarte. In tanti si sono scagliati sui social contro i difensori del branco che a Colleferro avrebbe aggredito e ucciso il giovane intervenuto in difesa del suo amico. Una posizione scomoda quella svolta dagli avvocati come quella dei giudici che emettono sentenze non popolari che però deve essere difesa. Secondo Borbardieri, «avvocatura e magistratura devono essere unite in questa battaglia culturale». «Qualsiasi indagato o imputato – dice il procuratore capo di Reggio ritornando sulla vicenda di Colleferro – ha diritto ad essere assistito in maniera adeguata. Anche se i fatti che vengono contestati sono gravissimi, il difensore, nel momento in cui svolge la sua professione in maniera leale e deontologicamente corretta, fa solo il proprio lavoro». Una posizione netta ribadita da Bombardieri e che vale in qualsiasi circostanza anche di fronte a reati ancora più efferati o di mafia. «La funzione del difensore – sottolinea a questo proposito il procuratore capo – è essenziale, come è necessaria, in un sistema giudiziario di un Paese democratico, per il mafioso, per gli ’ndranghetisti, addirittura per chi è giunto a commettere le più gravi atrocità quali sciogliere un povero bambino nell’acido o per chi ha compiuto delle stragi. Non si può pensare che uno possa avere o non avere il difensore a seconda del tipo di reato che compie». Secondo Bombardieri dunque, «bisogna capire che non possiamo essere colpevolisti, innocentisti o garantisti a correnti alterne». E in merito ai limiti che qualcuno avanza sul garantismo, al Dubbio il procuratore capo di Reggio chiarisce che questo concetto «non ha una accezione positiva o negativa: significa garantire a tutti i propri diritti fino ad un accertamento di responsabilità in via definitiva». «Non può essere considerato a seconda della gravità del fatto contestato – spiega – perché il garantismo non riguarda il fatto ma riguarda le regole da seguire per l’accertamento di quel fatto. Ciò deve indurre tutti ad essere cauti nell’assumere posizioni per reati per i quali ancora non c’è stato l’accertamento delle responsabilità individuali. In questo percorso di accertamento, guai se non ci fossero i difensori, che sono parte necessaria di un sistema giudiziario civile». Secco anche il giudizio sulle cause del “populismo giudiziario”. «Certi accadimenti così gravi – sottolinea Bombardieri – suscitano, giustamente, sdegno e rabbia nelle persone. Ma non bisogna reagire di “pancia”. Bisogna stare attenti a non farsi trascinare dalle emozioni. Esiste un sistema giudiziario che ha lo scopo di garantire i diritti di tutte le parti in gioco: l’accusa, la difesa, gli imputati, le vittime di reato». Infine un accenno anche agli attacchi che subiscono i magistrati dopo alcune decisioni sgradite dalla popolazione: «Il giudice, come il difensore, fa il proprio lavoro secondo coscienza e secondo la legge». «Ribadisco che queste vicende – afferma ancora nell’intervista pubblicata sul Dubbio – si devono affrontare solo nelle sedi opportune, ossia le aule dei tribunali». Dunque per Bombardieri occorre portare avanti su questi temi «una battaglia di tipo culturale che non può vedere avvocati e magistrati disuniti o in contrasto tra loro. Vanno affermati il diritto di chiunque ad essere adeguatamente difeso ed il diritto dello Stato ad affermare la propria potestà attraverso l’esercizio dell’azione penale».
Argomenti
Categorie collegate

x

x