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Coronavirus, «in Calabria casi aumentati di venti volte da giugno»

I dati del ministero della Salute rielaborati da Fadoi, la federazione dei medici internisti ospedalieri. Nella settimana dal 14 al 20 settembre l’incidenza dei casi sulla popolazione è salita a 9,…

Pubblicato il: 29/09/2020 – 17:42
Coronavirus, «in Calabria casi aumentati di venti volte da giugno»

CATANZARO I casi positivi di coronavirus in Calabria sono cresciuti in modo esponenziale nel corso delle ultime settimane, oltre 20 volte in più da fine giugno secondo l’indagine curata dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri secondo la quale, inoltre, per 34 positivi su 102 impossibile il tracciamento dei soggetti a rischio.
«L’effetto movida ed ‘happy hour’ – spiegano – doveva ancora dispiegare i suoi effetti e per larga parte degli italiani le vacanze erano solo in fase di programmazione quando nella settimana tra il 29 giugno e il 5 luglio in Calabria si contavano appena 0,36 casi di Covid ogni 100mila abitanti, secondo i dati del Ministero della salute rielaborato da Fadoi, la federazione dei medici internisti ospedalieri che hanno trattato il 70% dei ricoverati Covid».
LO STUDIO Dopo il grande rilassamento estivo nella settimana dal 14 al 20 settembre l’incidenza dei casi sulla popolazione è salita a 9,61. A sua volta in questo arco di tempo l’indice di contagiosità, il famoso R con t è salito da 0,18 a 0,98, comunque sotto la soglia di sicurezza che è uno. A inizio estate non c’era nessun focolaio attivo, ora sono ben 24, dei quali 9 quelli che hanno cominciato a sprigionare scintille nell’ultima settimana. E si aggiunga il fattore popolazione ‘fragile’, in Calabria il 22% degli abitanti è over 65 anni, e di questi il 43% con una o più malattie croniche ed il 25% con due o più malattie croniche. In attesa di capire quanto possa incidere la riapertura delle scuole sull’andamento dell’epidemia una delle armi più efficaci per arginare la diffusione del virus resta il contact tracing. «Nonostante il forte aumento dei casi e quindi dei contatti da tracciare ed isolare per ciascun nuovo positivo – si legge nella nota – i ‘cacciatori di virus’ delle Asp addetti al contact tracing sono riusciti a far partire il tracciamento dei contatti a rischio nel 100% dei casi. E questo con solo 0,7 addetti al tracciamento per 10mila abitanti, dotazione sotto lo standard minimo di riferimento che è di uno. Il rovescio della medaglia è che per 34 positivi accertati sui 102 della settimana non si è riusciti a risalire all’origine del contagio».
«In Calabria – ha affermato Francesco Nasso, presidente di Fadoi Calabria – si è registrato un netto aumento di casi positivi ai tamponi nei mesi di luglio ed agosto. Anche nel mese di settembre, fino ad oggi si è documentato un riscontro di positivi tutti legati all’arrivo in Calabria di turisti e/o vacanzieri provenienti da altre regioni, ed alcuni cluster molto ben individuati e tempestivamente posti in isolamento, di calabresi che si sono recati in Sardegna, Croazia e Spagna».

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