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Pd, niente congresso ma il commissario può cambiare. E i dem sperano nel voto a primavera

Zingaretti in direzione “congela” le procedure: possibile l’avvicendamento di Graziano. Mentre i dem calabresi prendono tempo per le Regionali, confidando nel governo giallorosso

Pubblicato il: 26/10/2020 – 19:13
Pd, niente congresso ma il commissario può cambiare. E i dem sperano nel voto a primavera

CATANZARO Com’era prevedibile: niente congresso regionale del Pd. Com’era prevedibile: il commissariamento del Pd calabrese, quindi, proseguirà. Quello che non era prevedibile è che potrebbe cambiare il commissario. Tutto questo scenario si dipana al fondo dell’ultima direzione nazionale dei democrat e della relazione del segretario Nicola Zingaretti, che si focalizza ovviamente sulla nuova emergenza Covid 19 ma alla fine fa alcuni passaggi relativi all’organizzazione del partito che potrebbero proiettare i suoi effetti anche in Calabria. Dove già i dem hanno il loro bel da fare per prepararsi a una campagna elettorale per le Regionali che vorrebbero procrastinare alla prossima primavera, confidando nell’”aiutino” del governo giallorosso.
NIENTE CONGRESSI In buona sostanza, in direzione nazionale del Pd Zingaretti propone rinvio dei congressi regionali del partito laddove le procedure sono in corso e il congelamento laddove le procedure avrebbero dovuto prendere le mosse nelle prossime settimane, com’è il caso della Calabria. Qui, peraltro, lo stop era già sottinteso dal ritorno al voto per la Regione, semmai la linea di Zingaretti non fa altro che calare pietra tombale sulla celebrazione del congresso. In direzione, però, Zingaretti va oltre, disponendo una verifica dei commissariamenti in atto (anche nelle federazioni provinciali, come Cosenza e Crotone in Calabria) e affidando l’incombenza al vicesegretario nazionale Orlando e al coordinatore dell’iniziativa politica della segreteria dem, Nicola Oddati. Una verifica da fare in tempi piuttosto stretti e finalizzata al possibile cambio dei commissari, specifica Zingaretti, tracciando una strada maestra che – riferiscono fonti democrat – potrebbe portare in Calabria all’avvicendamento di Stefano Graziano, anche se l’attuale commissario ha un “feeling” molto stretto con Oddati, cementato nelle trattative delle ultime Regionali e nella scelta della candidatura “civica” di Pippo Callipo, rivelatasi però tutt’altro che azzeccata.
VERSO LE ELEZIONI Le prossime settimane daranno sicuramente un riscontro a questa linea che comunque potrebbe prefigurare una novità in un Pd, quello calabrese, che resta comunque sempre un”campo minato”, potenzialmente ancora più “minato” alla luce delle “grandi manovre” elettorali già in atto. La “balcanizzazione” dei dem resta sempre esasperata, il “collante” continua a mancare, le varie aree – la zingarettiana, l’orlandiana, la franceschiniana, la riformista di Lotti e Guerini, quella orfiniana che si dice sia stata “sposata” da Mario Oliverio e dal suo gruppo in cerca di rivalsa dopo lo “strappo” di un anno fa – non si parlano e non si guardano o, se lo fanno, lo fanno in cagnesco. In più, l’ipotesi, assolutamente concreta e comunque battuta dalla segreteria nazionale, dell’accordo organico con il M5S (e non solo) alle Regionali è un ulteriore fattore di incertezza e di mugugni assortiti in sede locale. Anche per questo, il Pd calabrese sta parecchio “frenando” sulla data del voto delle prossime Regionali: già nell’ultima conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale i democrat hanno fatto presente che la nuova “ondata” del Covid 19 dovrebbe consigliare un’attentissima valutazione della tempistica, puntando alla primavera e facendo evidentemente affidamento sul “blocco” del governo nazionale come già avvenuto in primavera per altre elezioni. L’attendismo dei democrat sta ovviamente incontrando la ferma opposizione del centrodestra, che, calendario e norme alla mano, non vuole andare più in là di gennaio (non la vedrebbe così tuttavia il presidente ff Nino Spirlì, che “sotto sotto” vuole trascinare la sua reggenza alle “calende greche”, per motivi facilmente intuibili). Quel che appare certo è che i dem arriveranno alle urne ancora commissariati (con chi è tutto da vedere). (a. c.)

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