L’ordinanza n. 82 del 29 ottobre emessa dal Presidente della Regione f.f relativa a nuove disposizioni in merito alle prestazioni sanitarie di specialistica ambulatoriale e di ricovero differibili rispecchia tutto quello che si sta verificando a livello nazionale soprattutto in regioni con maggiore crescita di contagio da Covid-19 quali soprattutto la Lombardia e la Campania con la riconversione dei posti per i reparti di Malattie Infettive. Questo è un tema molto dibattuto durante la prima ondata della pandemia che ha evidenziato una netta riduzione di alcune prestazioni “salvavita” quali la cura delle malattie cardiovascolari e delle patologie oncologiche con conseguenze drammatiche ed un incremento della mortalità. Per questo motivo si è sempre sottolineata l’importanza di una adeguata organizzazione sanitaria in modo che i nostri ospedali non fossero trasformati in Centri prevalentemente per la cura di pazienti Covid potenziando soprattutto la “medicina territoriale”. Purtroppo questo non si è verificato non solo in Italia ma in tutta Europa a causa ipotesi ottimistiche sulla scomparsa del virus e del “liberi tutti” dei mesi estivi.
E’ importante che i cittadini calabresi sappiano che possono e debbono continuare ad usufruire dei presidi sanitari e non, come è successo la scorsa primavera, sottovalutare alcuni sintomi pur di non rivolgersi all’Ospedale più vicino per paura di contrarre il coronavirus. Il secondo aspetto che mi preme sottolineare è legato al mio ruolo di Direttore della Cardiochirurgia del Policlinico Universitario di Catanzaro. L’organizzazione all’interno dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini” non prevede alcun rallentamento per ciò che concerne il trattamento chirurgico delle patologie cardiache per cui ,oltre ad accogliere pazienti in urgenza-emergenza provenienti da altre strutture ospedaliere regionali, possiamo offrire un servizio anche ai cittadini in attesa di intervento. Tutti i nostri pazienti sono sottoposti in maniera sistematica ad esami di ricerca del Sars-Cov-2 ed i percorsi all’interno dell’Ospedale sono ben definiti e sicuri. Le patologie cardiache non possono attendere che il virus scompaia ed il loro trattamento non può e non deve essere considerato differibile. Sarebbe assurdo conteggiare solo i morti per Covid-19 ma anche quelli che non possono essere sottoposti ad interventi che per definizione sono “salvavita”. Qualche giorno fa un paziente con una grave patologia ad una valvola cardiaca mi ha chiesto se poteva aspettare visti i problemi legati al coronavirus e la mia risposta è stata inevitabile: le patologie cardiache non guariscono in attesa della fine di questa ondata di contagi. Quindi fiducia nella sanità calabrese. Dobbiamo affrontare questo terribile problema ma non possiamo permetterci il lusso di trascurare le patologie cardiovascolari, prima causa di mortalità nel mondo occidentale.
* Direttore U.O.C. e Scuola Specializzazione Cardiochirurgia
Università “Magna Graecia”-AOU “Mater Domini” di Catanzaro
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