CATANZARO Il report settimanale è stato richiesto alla Regione nella giornata di oggi ed è arrivato al ministero della Salute e all’Istituto superiore di sanità nelle prime ore del pomeriggio. I numeri diffusi dalla Cittadella partecipano a pieno titolo alla lotta contro il tempo per fermare la decisione – che martedì pareva acquisita – di fare della Calabria una “zona rossa” soggetta a lockdown soft. E un piccolo aiuto in questo senso potrebbero darlo. Si riferiscono, i dati, alla settimana dal 26 ottobre all’1 novembre. E riportano 3.940 casi totali, con un’incidenza cumulativa di 204,71 contagi per 100mila abitanti. Scende anche il famigerato indice di trasmissione: Rt si attesta sul valore di 1,56, di poco superiore alla soglia di allarme ma comunque inferiore al dato della settimana precedente, che era di 1,66. Il segnale che – stando alle cifre – la situazione in Calabria non sarebbe così tragica da prevedere una chiusura più pesante rispetto a quella di altre regioni. Rt, va ricordato, non è l’unico parametro preso in esame dal Comitato tecnico-scientifico, e la Calabria paga il prezzo di un sistema sanitario stremato dai tagli degli ultimi dieci anni (e da una gestione poco accorta nei decenni precedenti). La regione, però, non è stata menzionata nel corso della conferenza stampa odierna al ministero della Salute tra quelle più a rischio, quindi, prima della diretta del premier che ha confermato la “zona rossa”, si era sparso un tiepido ottimismo di evitare le misure più drastiche.
LE PAROLE DI REZZA «Le Regioni più colpite sono la Lombardia, il Piemonte e la Campania che registrano molti positivi. Sono regioni che in termini di tasso di incidenza sono piuttosto alte, piu o meno al livello della Lombardia; l’incidenza è elevata anche in Veneto mentre in Lazio vediamo un leggero incremento però sembra essere abbastanza graduale. poi ci sono regioni più piccole come l’Umbria con 500 casi circa, che in termini di incidenza sulla popolazione è piuttosto elevata». Lo ha detto il direttore Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza alla conferenza stampa al ministero. Rezza ha spiegato che «è
ancora in via di valutazione quali siano le regioni zona rossa; è un combinato disposto di criteri di incidenza e tendenza, valore Rt e 21 indicatori compresi quelli di resilienza, cioè su quanto il sistema è in grado di rispondere. Credo che l’applicazione di zone rosse da parte delle Regioni, a parti piccole del territorio, a livello subregionale – ha sottolineato – sia un meccanismo del tutto praticabile». (ppp)
x
x