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Sileri e i tagli dei Piani di rientro. «Riapriremo Trebisacce»

Il viceministro alla Sanità tentenna sull’argomento ospedali chiusi e funzionanti. Poi ribatte (in ritardo) che le tende da campo le ha chieste la Regione Calabria e le ha mandate la Protezione civ…

Pubblicato il: 28/11/2020 – 0:58
Sileri e i tagli dei Piani di rientro. «Riapriremo Trebisacce»

ROMA “Ho conosciuto Longo, abbiamo lavorato insieme a Reggio, è un uomo di Stato”. Si è espresso così il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri nei confronti del nuovo commissario alla Sanità in Calabria, Guido Longo. Il procuratore parla, in collegamento dal proprio ufficio, nel corso della trasmissione “Titolo V” su Rai3.
I riflettori, oggi, sono più che mai puntati sulla Calabria. Mai, come in queste vertiginose settimane alla ricerca di un commissario alla Sanità, le nefandezze della regione sono state illuminate a giorno.
Si mostra l’ospedale da campo che si sta allestendo a Cosenza per affronare l’emergenza Covid. L’ultima volta è stato utilizzato in Libano. Ma è necessario?
Il procuratore Gratteri insiste su temi già dibattuti: ci sono 18 ospedali chiusi, alcuni in buone condizioni e funzionanti, perché non rimetterli in sesto – “bastano 48 ore” – e utilizzarli al posto degli ospedali da campo.
E, in effetti, l’ospedale di Cariati che viene mostrato nel servizio, benché vuoto, ha i riscaldamenti accesi, i letti in ordine e i bocchettoni per l’ossigeno.
Il viceministro alla Sanità Paolo Sileri, balbetta di problemi nati anni addietro – che lui è al suo posto solo da un anno – quando gli viene chiesto perché non utilizzare gli ospedali dismessi da tagli arbitrari al posto di quelli da campo.
Altro servizio: l’ospedale di Trebisacce. Nel 2010 erano in corso lavori di ristrutturazione ma è stato chiuso ed è rimasto tutto fermo. Il sindaco mostra gli atti di un taglio scellerato.
“L’ospedale di Trebisacce riaprirà”, promette Paolo Sileri.
Il viceministro si desta in ritardo rispetto alle contestazioni che gli vengono fatte (a pensar male si potrebbe dire che qualcuno gli ha suggerito qualche risposta). Afferma che le tende da campo le ha richieste la regione e le ha mandate la Protezione civile.
Nel frattempo i servizi mostrano che le chiusure indiscriminate dei nosocomi hanno isolato, sanitariamente, alcuni paesi, come Praia dove sono costretti a raggiungere, con mezzi propri (perché le ambulanze non accompagnano in altre regioni) la Basilicata per le emergenze, perché gli ospedali calabresi sono troppo lontani. E la Basilicata non accoglie bene i pazienti calabresi perché la Regione Calabria non paga per tempo le prestazioni della migrazione sanitaria. Per alcuni, però, si tratta di migrazione o morte.
E in questi casi non esistono suggeritori che possano lenire il danno subito da intere comunità.

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