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Ricorso al Tar contro la chiusura delle scuole di Vibo, Cib: «La didattica in presenza è un diritto»

Il Comitato “Chiedo per i bambini” motiva la «legittima decisione di impugnare» l’ordinanza del sindaco: «Il dovere di vigilare sul rispetto delle leggi che regolano lo Stato civile»

Pubblicato il: 17/12/2020 – 8:31
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Ricorso al Tar contro la chiusura delle scuole di Vibo, Cib: «La didattica in presenza è un diritto»
VIBO VALENTIA Il #Cib, “Chiedo per i bambini” rappresentato dai 17 ricorrenti, più 250 genitori che hanno appoggiato l’attività del comitato rispetto alla legittima decisione di impugnare innanzi al Tar l’ordinanza del Sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo di chiusura delle scuole, precisa che l’«obiettivo primario è confermare il diritto all’attività didattica in presenza, ove non esistano motivi ostativi, che diventa da parte di noi adulti il dovere di vigilare sul rispetto delle leggi che regolano lo Stato civile». I membri del Comitato intendono anche esercitare «il diritto di verificare i dati forniti dagli organi competenti e di assicurare le adeguate iniziative per vie legali, a difesa della salute non solo degli studenti, ma dell’intera comunità vibonese. La sindaca Maria Limardo in dichiarazioni rilasciate alla stampa ammette: “…ancora una volta debbo dire che i sindaci sono lasciati in balia di se stessi, noi non abbiamo parametri oggettivi di riferimento e questo spiega il perchè in tutta la Calabria ciascuno abbia assunto delle decisioni diverse”. Ecco, il nostro ruolo di cittadini consapevoli, diventa il tentativo di offrire un aiuto concreto, perché ciò che non è possibile al singolo, diventa traguardo raggiungibile in forma collettiva». «Da qui nasce la necessità di approfondire il perché i comuni vicini, il capoluogo Catanzaro, Reggio e Cosenza, con dati ben più allarmanti, hanno mantenuto nel frattempo le scuole in presenza. Nessuno ha mai messo in dubbio il grandissimo sforzo di insegnanti e dirigenti vibonesi che con grande tenacia, impegno e sacrificio, hanno saputa accompagnare i bambini e i ragazzi in questo difficile momento con la attività di didattica a distanza. Ma la scuola in presenza è un’altra cosa – insistono – anche con le mascherine, anche senza potersi abbracciare, lo dimostrano i sorrisi e l’entusiasmo dei bambini che hanno avuto la possibilità di tornare tra i banchi e la gioia dei docenti e dei dirigenti che li hanno accolti». «La concomitanza con le vacanze di Natale ha generato un rientro per pochi giorni, ma non sarà sfuggito ai più che l’obiettivo non era questo, semplicemente non farsi trovare impreparati a gennaio. Il decreto cautelare disposto dal Tar ha dimostrato, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, che qualsiasi ordinanza in senso restrittivo da parte dell’autorità preposta, deve essere motivata tecnicamente e su dati di fatto, statistici ed epidemiologici, evitando così che si possa rispondere più all’emotività del momento che alle reali situazioni di emergenza. Stiamo pensando ad un modo che possa significare da parte di tutti assunzione di responsabilità, ma che sia diverso da un post sui social, che butti parole importanti in pasto ad una massa informe, aggressiva e numerosa. La nostra idea – precisano ancora dal Cib – è trovare insieme un modus operandi che metta a frutto le diverse competenze, un modo formale ed efficace con cui fare arrivare alle autorità competenti il messaggio che in questo contesto non c’è omertà, ma assunzione di responsabilità piena per un impegno a tutela della legalità e dei diritti dei nostri figli. Mai abbiamo pensato o ci siamo augurati la contrapposizione, ma abbiamo voluto essere un segnale di impegno civile, in piena sintonia con il patto di corresponsabilità che ciascuno di noi ha firmato con le proprie scuole di riferimento e ci auguravamo e ci auguriamo che il senso del nostro agire possa essere compreso e diventare un fronte comune di obiettivi convergenti. Appare incomprensibile la retorica di chi a parole ha sostenuto in precedenza che la scuola è una priorità, ma che oggi, a seguito dell’avvenuta presa di coscienza civica del neo costituito Comitato, teme di non poter compiere nei fatti, le giuste azioni concrete per tenere aperte le stesse scuole in sicurezza. Con un grandissimo sforzo la scuola aveva accolto gli studenti a settembre in sicurezza, dato ribadito con forza dai dirigenti scolastici, e di cui non vi è motivo di dubitare. Cosa è cambiato, allora, nel tempo? Che significato dare ad un passaggio da zona rossa a zona gialla? Se si dovesse ritenere che le scuole non siano pronte adesso, come potranno esserlo dopo le festività natalizie?», chiedono dal comitato. «Nessuno di noi, rassicurando con ciò tutti i cittadini vibonesi (facciamo anche nostre le espressioni formalizzate in alcuni messaggi da un operatore scolastico), una volta riaffermato il legittimo diritto per i propri figli “intende perdere l’occasione per far sentire una voce unica a chi continua a negarci una sanità adeguata, che poi serve anche alla scuola per la sicurezza dei nostri alunni”. Invitiamo quindi donne, uomini di buona volontà, genitori, sindaci, dirigenti scolastici, insegnanti, medici e quanti hanno a cuore la salute di tutti e di ciascuno, a procedere insieme seriamente».
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