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Lamorgese sposa la linea della fermezza: nessuno slittamento delle Regionali

La ministra dell’Interno aspetta una richiesta formale della Cittadella per far slittare il voto previsto per il 14 febbraio. Centrodestra e centrosinistra giocano a scacchi. E tra 20 giorni si dovre…

Pubblicato il: 22/12/2020 – 12:20
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Lamorgese sposa la linea della fermezza: nessuno slittamento delle Regionali
CATANZARO Sulle Regionali si gioca una partita a scacchi. Gli schieramenti e le diplomazie lavorano, al solito. E non troppo alacremente, per la verità. Il centrodestra aveva annunciato la volontà di individuare un candidato entro fine ottobre: siamo quasi a gennaio. Il centrosinistra “allargato” ha dedicato qualche giorno alle bizze di Tansi. E, al suo interno, il Movimento Cinquestelle è diviso tra due tensioni: quella al dialogo e quella a sfasciare tutto. Nulla di nuovo sotto il sole calabro, dunque. Sennonché lo spettro che aleggia nell’aria è quello della data delle elezioni. Si vota il 14 febbraio: è ufficiale da quando il presidente reggente Nino Spirlì ha firmato il decreto di indizione. Eppure nessuno sembra crederci davvero. Il centrosinistra è uscito allo scoperto, chiedendo un rinvio, mentre il centrodestra sembra propenso a tirare dritto. E in questa contrapposizione, nelle scorse ore, Spirlì ha chiamato in causa il governo. Che, secondo fonti romane, non ci sta a essere tirato per la giacchetta.
ministro Lamorgese Interno
La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese
Traduzione fuori dal politichese: la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese non ci pensa proprio, in questa fase, a intervenire per spostare l’appuntamento. Situazione di stallo, dunque, con Spirlì che “sfida” Palazzo Chigi a prendersi la responsabilità politica del rinvio e il governo che attende una richiesta formale della Cittadella. In mezzo si gioca una partita con due profili distinti di responsabilità: uno nel merito politico, l’altro in un ambito che sfiora l’opportunità “sanitaria” di una consultazione in piena pandemia. Il centrodestra vorrebbe che a prendersi la responsabilità dell’eventuale rinvio fosse il governo. Le forze del centrosinistra mettono, invece, in primo piano i pericoli dello svolgimento della campagna elettorale in pieno inverno e con la seconda ondata della pandemia non ancora assorbita del tutto dal sistema sanitario. In una lettera aperta, i movimenti di sinistra hanno definito «irresponsabile» la scelta di convocare le elezioni per il 14 febbraio. La forchetta temporale offerta da Palazzo Chigi dopo la scomparsa della presidente Santelli era ampia (dal 10 febbraio al 15 aprile): il governo regionale ha scelto l’opzione della rapidità. E adesso, tra pulsioni contrastanti, siamo all’impasse mentre il tempo corre e – almeno in teoria – mancano una ventina di giorni alla presentazione ufficiale delle liste. La melina è andata in scena anche lunedì in Conferenza dei capigruppo, con il capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua, e il consigliere regionale di Dp ma esponente di Leu Giovanni Billari a chiedere a Spirlì di slittare le Regionali e il centrodestra pronto a rilanciare palla nell’altro campo. Giovanni Arruzzolo, forzista presidente del consiglio regionale ha spiegato: «Rispetto alla richiesta avanzata oggi dal consigliere Billari e successivamente dal capogruppo del Pd Bevacqua perché il presidente reggente della Giunta Spirlì interpelli il Comitato tecnico scientifico per sapere se sussistono le condizioni di sicurezza sanitaria per il prossimo 14 febbraio, ho suggerito che tale richiesta venga direttamente formalizzata dai consiglieri di minoranza. Nell’individuazione della data, il presidente Spirlì si è infatti attenuto alla forbice temporale dal 10 febbraio al 15 aprile 2021, indicata dal Governo, pertanto siamo stati conseguenziali rispetto alla scelta adottata». Una richiesta chiara e indirizzata al governo. Lamorgese, però, si aspetta che il passo indietro arrivi dalla giunta regionale. E il 14 febbraio è sempre più vicino.
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