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Bevacqua a "20.20": «Abbiamo già l'identikit». E sul Covid: «Mi ha distrutto fisicamente e mentalmente»
Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale ospite della trasmissione de L’altro Corriere Tv. Sul candidato alle prossime regionali: «Bisogna solo capire se scegliere un nome fra la società civile o…
Pubblicato il: 25/12/2020 – 15:44
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LAMEZIA TERME «La Calabria è una terra difficile, quindi è complicato riuscire a cambiare qualcosa se non c’è una programmazione seria, il tempo necessario e una classe dirigente tale da poter fare squadra e diventare autorevole». A “20.20”, l’approfondimento de L’altro Corriere Tv in onda ieri sera sul canale 211 ha visto tra i protagonisti Domenico Bevacqua, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, pronto a delineare il quadro politico regionale, ma anche quello sociale ed economico tutti comunque segnati dalla pandemia da coronavirus e dalla crisi economica mondiale. «Oggi – ha detto Bevacqua – non è facile dare risposte ai cittadini e non è facile neanche per noi darle ai nostri elettori e ai calabresi». C’è la pandemia, certo, ma all’orizzonte ci sono anche le elezioni regionali, con i calabresi chiamati al voto dopo la prematura scomparsa del presidente della Regione, Jole Santelli. Elezioni che serviranno ai partiti calabresi per delineare il presente e il futuro, facendo i conti con il passato.
UN ANNO DI CAMBIAMENTI PER IL PD Un anno fa, ad esempio, il centrosinistra si è letteralmente avviluppato attorno al nome da proporre e la scelta di non candidare il presidente uscente, Mario Oliverio, preferendo solo in extremis la figura dell’imprenditore Callipo, di fatto sparito dalla scena politica dopo le sue dimissioni. «Oggi lo scenario è molto diverso rispetto allo scorso anno – dice Bevacqua – e abbiamo cercato di interrompere quella visione e dare un cambio di passo cambiando la dirigenza, con coraggio. C’erano resistenze e divisioni di fronte al cambiamento ma ora è diverso: il Pd ha una idea, una sua visione, è un ponte riformista e progressista non populista e non c’è più alcuna oppressione. Il nostro impegno era nominare democraticamente gli organismi territoriali ma il Covid ha interrotto ogni processo».
«C’E’ GIA’ L’INDENTIKIT» Analizzando il campo attuale, non è un mistero che il tavolo di confronto “largo” di questi giorni rischi di rompersi sui nomi: «Il tavolo della coalizione ha già definito il profilo, l’identikit. Bisogna capire se un candidato della società civile è funzionale ancora al progetto o c’è bisogno di un candidato politico che conosce la macchina burocratica, i problemi ed è ben radicato nel territorio e che non ha bisogno di alcun periodo di conoscenza». «Io sono leggermente ottimista».
E poi c’è la querelle con Carlo Tansi: «La schizofrenia che colpisce qualcuno è nota. Ma non capiscono che agire e parlare solo “contro” la Calabria non porta a nulla, basta vedere cosa sta accadendo a Crotone e le divisioni all’interno del consiglio comunale. Non serve solo un uomo al comando, ma una squadra forte e unita nel lavoro quotidiano».
SANITA’ La pandemia da Covid-19 ha obbligato la Calabria e i calabresi a fare i conti e quasi “familiarizzare” con una carenza di servizi allarmante. In questo senso la politica regionale, centrodestra e centrosinistra, ha e ha avuto soprattutto evidenti responsabilità. Lo domanda che in tanti si sono posti è quando (e se) la sanità tornerà nelle mani della Calabria, ma Bevacqua ha una sua visione: «Io sono per una sanità centralizzata, credo che uno dei limiti sia venuto fuori oggi sono i modelli di gestione diversi per ogni regione, dove tutti hanno mostrato delle debolezze. La sanità deve tornare allo Stato. Abbiamo visto venti modelli diversi per venti regioni e questo non ha fatto altro che rallentare tutto. E poi per la Calabria ha pesato la cattiva gestione della nomina dei commissari: ogni nome è stato accompagnato dalla macchina del fango fino alla scelta di Longo. Ma perché bisogna sempre scegliere generali e commissari?».
L’ESPERIENZA DEL COVID A proposito di sanità e Covid, c’è l’esperienza diretta di Bevacqua con il coronavirus dopo la sua positività registrata nelle scorse settimane. Il capogruppo del Pd è guarito ma il virus lo ha evidentemente segnato: «Sono stato due mesi a casa – ha detto – e il primo mi ha letteralmente distrutto fisicamente e psicologicamente. Chi non ci passa non sa di cosa parla. Per venti giorni non riuscivo a dormire né di notte né di giorno, l’ossigenazione era al limite, ti distrugge mentalmente e fisicamente. Ancora adesso non ho un’autonomia di una giornata intera, dopo 5 o 6 ore crollo. Invito tutti a prestare la massima attenzione e a non sottovalutare il Covid e quello che può provocare psicologicamente e fisicamente. Manteniamo la guardia alta specialmente in questi giorni di vacanza. Se c’è una nuova ondata non so se la Calabria potrà ancora reggere».
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