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Vertenza Sant’Anna Hospital, «In piazza per difendere non solo il posto di lavoro»
CATANZARO «Lunedì 28 ritroverete questi volti mascherati per strada, davanti alla Prefettura, per manifestare in difesa del loro posto di lavoro e del posto dove a tutti i calabresi, soprattutto quel…
Pubblicato il: 26/12/2020 – 12:50
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CATANZARO «Lunedì 28 ritroverete questi volti mascherati per strada, davanti alla Prefettura, per manifestare in difesa del loro posto di lavoro e del posto dove a tutti i calabresi, soprattutto quelli che non hanno amici di amici, trovano la risposta alle istanze di salute e mani affettuose che li confortano nel bisogno». Lo afferma, in un post, Alessandro Testa uno dei medici del Sant’Anna Hospital di Catanzaro che scenderà in piazza lunedì per difendere non solo il proprio posto di lavoro, ma il diritto alla salute dei calabresi. «Questi volti che spiccano nel grigio di una città senza spina dorsale – scrive il sanitario – che eleva canti al morzello e sospira dietro la Naca ma che non sa essere civitas per far si che i diritti costituzionali al lavoro e alla salute siano rispettati, che bacia il muro dello staio ma passa indifferente davanti al presidio, questa regione che mostra a ogni piè sospinto la gloria della magna Graecia senza avere merito neanche per nominarla. Questi volti vi hanno sorriso, rassicurato, confortato ma vi hanno anche curato con una competenza eccezionale».
«Guardateli – aggiunge Testa – questi volti mascherati: sono così giovani, dei ragazzi, ma sono padri e madri di famiglia, mariti e mogli, hanno la propria vita in pugno oltre quella dei pazienti e spingono entrambi oltre il limite di ogni giorno affinché quello successivo sia migliore, o che ameno ci sia, il giorno dopo. Guardateli indossano la stessa maschera che portano per ore quando lavorano, ma gli occhi quelli non si nascondono: quando eravate sdraiati su una barella o in un letto li avete cercati per chiedere un bicchiere d’acqua, di spegnere la luce, o semplicemente per sapere che ore fossero. E loro vi hanno sempre risposto perché non sono lì per caso: non tutti possono lavorare al S. Anna».
«Oggi – lancia un appello il sanitario – quei volti mascherati chiedono la dignità, ma al contrario dei pazienti che curano da anni con risultati eccezionali, risultati che in Calabria spiccano come i giganti della Sila, essi non trovano la mano amica, la parola gentile, la competenza, la cura esperta. Trovano il silenzio colpevole di istituzioni fasciste e massoni, di piccoli uomini e donne minuscole che si negano, si nascondono, mentono (finora) impunemente».
«E lo fanno sapendo che – conclude – questi volti mascherati sono persone civili, obbedienti alle leggi e votate agli altri»
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