VIBO VALENTIA Il sindaco Maria Limardo, ieri, ha espresso preoccupazione per il focolaio Covid nella frazione Piscopio, che conterebbe oggi circa 120 positivi. Il primo cittadino ha parlato di «confusione» e «disagi» nell’esecuzione dei test, «determinati dal gran numero di persone che, legittimamente preoccupate ma tuttavia in eccesso rispetto ai numeri programmati, si sono autonomamente recate al drive-in nei pressi del palazzetto dello sport così intasando la postazione. In ogni caso – ha spiegato ieri – nel pomeriggio abbiamo fatto in modo che fosse recuperato tutto l’arretrato della mattina». Dal Pd di Vibo Valentia arriva una lettura diversa del caos che si è generato nel punto di esecuzione dei test.
«Nella giornata di ieri – si legge in una nota – molti cittadini di Piscopio si sono riversati su Viale della Pace, presso il punto allestito per i tamponi, sulla base di una lista di nomi redatta in modo “informale” da due consiglieri comunali. Tale lista si è sovrapposta a quella ufficiale prodotta dall’Asp, generando confusione sia per gli operatori sia per i cittadini, paralizzando di fatto l’attività di screening e determinando l’intervento delle forze dell’ordine a presidio del drive in». La realizzazione della doppia lista è considerata dai dem vibonesi «un fatto gravissimo che ha portato al corto circuito di un servizio fondamentale del sistema di prevenzione e tutela della salute pubblica, verificatosi ad opera di consiglieri comunali con modalità del tutto anomale e per finalità clientelari, estranee al senso di responsabilità ma anche al semplice buonsenso. Ciononostante, nella sessione odierna del consiglio comunale, il sindaco ha ritenuto opportuno giustificare e legittimare – anziché disapprovare in maniera chiara – l’operato dei due consiglieri».
Per il Pd il problema è politico: «Ancora una volta, purtroppo, in conformità allo stile dimostrato da questa amministrazione, si preferisce una gestione certamente utile a recuperare qualche voto in più, ma che compromette la tutela degli interessi generali. L’amministrazione comunale avrebbe dovuto coordinarsi con l’Azienda Sanitaria nel rispetto delle norme e dei protocolli per l’emergenza. Siamo tutti stanchi di vedere rappresentanti delle istituzioni che, per alimentare una campana elettorale permanente e farsi inopportuna pubblicità personale, continuano a scherzare con i diritti dei cittadini».
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