ROMA «La metà dei turisti che sceglie di trascorrere una vacanza in Italia è straniero. Il crollo del mercato internazionale, provocato dall’emergenza sanitaria, si è abbattuto, dunque, sul turismo italiano come un devastante tsunami. Per la ripresa ci vorrà almeno un triennio». Così, il presidente dell’Istituto Demoskopika, Raffaele Rio commenta all’Ansa i dati diffusi da Bankitalia sulle conseguenze economiche della pandemia. «Una rilevante contrazione – precisa Raffaele Rio – a danno prioritariamente delle destinazioni regionali che, presentando un elevato livello di internazionalizzazione turistica, risentono maggiormente della quasi totale assenza dei turisti stranieri. È sufficiente soffermarsi a Veneto e Lazio, ad esempio, che presentano un tasso di internazionalizzazione rispettivamente pari al 65,3% e al 63,5%, per comprendere i rilevanti contraccolpi economici che si sono abbattuti sui sistemi turistici regionali del nostro paese».
«Analizzando gli obiettivi della componente “Turismo e cultura” del Piano nazionale di ripresa e resilienza – continua Raffaele Rio – manca un approccio strategico per rilanciare il turismo italiano. In molti passaggi del documento, sembra quasi che prevalga una terapia da “protezione civile”, dal sapore prevalentemente emergenziale. Nonostante l’incremento di risorse aggiuntive per 5 miliardi previste dal Governo Conte, quindi, la sensazione è che si continui a navigare a vista senza una
programmazione consapevole. Ma esiste una strada percorribile».
«Nel documento Next Generation Italia – spiega Rio – è previsto, per il 2021, un Collegato turismo alla legge di bilancio, che dovrebbe contenere la riforma del settore. Bene, si metta mano consapevolmente, in condivisione con le Regioni e i vari portatori di interesse del comparto, a tutti gli strumenti ritenuti necessari per redigere, in tempi brevi, un unico Piano strategico». «Ciò – conclude Raffaele Rio – è possibile a condizione che ci sia un Governo stabile e non fluttuante».
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