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Vaccini anti-Covid, in Calabria somministrate il 58% delle dosi. Solo il 3% agli ospiti delle Rsa

I dati aggiornati e diffusi sul sito dell’Agenzia italiana del farmaco

Pubblicato il: 28/01/2021 – 13:13
Vaccini anti-Covid, in Calabria somministrate il 58% delle dosi. Solo il 3% agli ospiti delle Rsa

LAMEZIA TERME Crescono le dosi di vaccino anti-Covid somministrate in Calabria che adesso – secondo i dati aggiornati alle 22 di ieri sera sul sito dell’Agenzia italiana del farmaco – è penultima con 28.898 dosi inoculate sulle 49.810 disponibili, pari al 58%.
IN CALABRIA Secondo i dati diffusi dalla fondazione Gimbe, inoltre, in Calabria ha completato il ciclo vaccinale lo 0,16% della popolazione contro una media nazionale dello 0,45%. Sempre secondo i dati della fondazione Gimbe, in Calabria l’83% delle dosi è stata somministrata a operatorio sanitari e sociosanitari, il 3% agli ospiti delle Rsa ed il 14% a personale non sanitario.

I DATI Al 27 gennaio hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose 270.269 persone (0,45% della popolazione italiana), con marcate differenze regionali: dallo 0,16% della Calabria allo 0,70% del Lazio. Inoltre, le analisi indipendenti della Fondazione Gimbe sui dati ufficiali rilevano che ben 350.548 dosi sono state somministrate a “personale non sanitario”, una fascia non prevista dal Piano vaccinale.
«DISCREPANZA DEI NUMERI» «Se da un lato una parte del personale non sanitario risulta essenziale per il funzionamento di ospedali ed altre strutture sanitarie – spiega il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta, in una intervista rilasciata all’Huffpost – dall’altro i numeri riportati dal piano vaccinale per operatori sanitari e socio sanitari (1.404.037) corrispondono a tutti gli iscritti agli albi professionali, più gli operatori socio-sanitari: questo evidenzia una discrepanza tra numeri previsti dal Piano e le diverse policy vaccinali attuate dalle Regioni».
L’ANDAMENTO DEL CONTAGIO «Tutte le curve – afferma poi Cartabellotta – continuano questa settimana la loro lenta discesa, ancora grazie agli effetti del Decreto Natale, destinati tuttavia ad esaurirsi a breve». L’incremento percentuale dei casi si riduce in quasi tutte le Regioni. Tuttavia, sottolinea Gimbe sulla base dei dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), negli ospedali, nonostante l’ulteriore discesa di ricoveri e terapie intensive, l’occupazione da parte di pazienti Covid continua a superare in 5 Regioni la soglia del 40% in area medica e in 6 Regioni quella del 30% delle terapie intensive, attestandosi a livello nazionale rispettivamente al 34% e al 28%. In questa fase molto critica della pandemia, conclude Cartabellotta, «segnata da continue rimodulazioni al ribasso delle forniture vaccinali, minacciata delle nuove varianti del virus e da una verosimile risalita della curva epidemica una volta esauriti gli effetti della ‘stretta’ di Natale, è fondamentale che le poche dosi di vaccino disponibili siano utilizzate per proteggere chi lavora in prima linea con i pazienti e le persone più fragili, come previsto dal Piano vaccinale». Un obiettivo che, ad un mese dall’avvio della campagna vaccinale, «è già stato parzialmente disatteso con inaccettabili diseguaglianze regionali, agevolate dall’assenza di un’anagrafe vaccinale nazionale».

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