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L’iniziativa dei sindacati

Concluso a Simeri il “tour fra le incompiute” calabresi

FenealUil: «La diga di Gimigliano è l’opera mai terminata più disastrosa d’Italia. La Regione colga l’occasione del Recovery»

Pubblicato il: 11/02/2021 – 12:55
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Concluso a Simeri il “tour fra le incompiute” calabresi

CATANZARO Si è chiuso a Simeri Crichi, lungo la Statale 106, il “Tour fra le incompiute” della FenealUil Calbria. «Il segretario generale Mariaelena Senese, accompagnata da Gaetano Tomaselli e Vittorio Vattini, – si legge in una nota della federazione – ha posto l’accento sui ritardi infrastrutturali del territorio e sulle priorità della categoria. In particolare il segretario generale della FenealUil Calabria ha richiamato l’attenzione della politica nazionale e regionale sulle tante incompiute presenti sul territorio di Catanzaro, a partire dalla diga di Gimigliano, e sulla necessità, più volte rappresentata, di completare il tracciato della nuova Strada statale 106». «Chiediamo – ha detto Mariaelena Senese – un’accelerazione sui lavori di realizzazione del tratto della Strada statale 106 compreso fra lo svincolo di Simeri Crichi e quello di Passovecchio. Ciò consentirebbe di realizzare un collegamento più veloce e sicuro fra Catanzaro e Crotone e, allo stesso tempo, assecondare le necessità crescenti di mobilità del territorio e aiutare le sue potenzialità turistiche e culturali».
«Durante il suo intervento, Mariaelena Senese, ha poi focalizzato la sua attenzione sulla diga di Gimigliano – prosegue la nota – la diga sul lago fantasma, per ricordare a tutti come questa sia l’incompiuta più disastrosa non solo della Calabria ma di tutta la Penisola. Un’opera sulla quale tutta la politica si è impegnata ma che, sino ad oggi, non ha visto la luce». A Simeri Crichi, accanto a Mariaelena Senese, c’era anche il segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo, accompagnato dal segretario organizzativo Francesco De Biase. «La politica – ha detto Santo Biondo – non manchi l’occasione del Recovery plan, ci ascolti e lavori per rilanciare infrastrutturalmente, socialmente ed economicamente la Calabria, per liberarla da giogo mafioso, aiutarla a recuperare il gap con il resto dell’Italia ed aprirla all’Europa. La Regione non si arrocchi su posizioni difensive inaccettabili, si apra al confronto con il partenariato economico e sociale e liberi la programmazione europea dai ragionamenti fra pochi intimi, proiettandola in un ragionamento ampio e costruttivo con le parti sociali e tutti gli stakeholder coinvolti».

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