«Le regionali e l’importanza del Recovery»
La clessidra politica, in vista delle elezioni regionali in Calabria, sembra essere disinceppata. Sul foglio delle candidature, cominciano a scriversi i nomi delle forze politiche tradizionalmente op…

La clessidra politica, in vista delle elezioni regionali in Calabria, sembra essere disinceppata. Sul foglio delle candidature, cominciano a scriversi i nomi delle forze politiche tradizionalmente opposte: Forza Italia con Roberto Occhiuto e Pd con Nicola Irto. All’interno delle due aree contrapposte non mancano tuttavia candidature, latenti e palesi, destinate ad acuire conflitti già visibili nelle modalità e nei tempi delle decisioni compiute. Da una parte, un Pd che predica unità ma, attraverso il commissario Graziano, pratica decisioni unilaterali sul tavolo delle forze politiche con cui è alleato in Parlamento, M5S e Leu, aprendo la strada a una lotta al voto tutta interna all’elettorato di sinistra, fagocitato dal “partito pirata” di Luigi De Magistris. Dall’altra parte, Forza Italia, ufficializza la candidatura di Roberto Occhiuto, tramite il suo leader Silvio Berlusconi e le reazioni degli alleati sono a bocca cucita. Quasi un “volare basso” aspettando che il tempo faccia il suo corso, prima di decidere come rialzare la cresta dalla calma piatta in cui Fratelli d’Italia e Lega sembrano voler ancora navigare. La data del voto non è una variabile priva di significato. Ed è plausibile, quasi evidente, che né FdI né Lega abbiano interesse a creare situazioni di conflitto nel corso di una vita amministrativa ancora in corso. Nel frattempo, da quello che accade a livello nazionale, nulla appare scontato. Per un fatto di coerenza, tanto cara a Giorgia Meloni, FdI potrebbe non riconoscersi in un patto elettorale con le stesse forze politiche che al governo hanno compiuto la scelta opposta di stare dentro il governo Draghi. Il tempo, in particolare la data delle elezioni, saprà dire quello che i partiti non dicono. La sensazione è che la battaglia del voto, tanto incomprensibilmente enfatizzata a livello nazionale dal partito della Meloni, in Calabria non importa a nessuno. Perché nessuno può sapere che certezze porterà il domani.
Difronte alla più importante opportunità offerta dal Recovery Plan, per chiedere una risposta straordinaria alle esigenze di sviluppo della Calabria, nessuna preoccupazione. Ad animare i partiti di entrambi gli schieramenti sembrano essere solo questioni di candidature. Non una parola su un’idea di sviluppo della Calabria, non un progetto su cui convergere al di là delle differenze. La credibilità di ciascuno si misura dalla capacità di essere concreti. Non è accettabile che nel ventre molle di una competizione elettorale partita in sordina siano risucchiate le possibilità di investimento sulle opere pubbliche da cui dipende lo sviluppo della vocazione turistica e agricola della Calabria. Non è più tempo di lasciar pensare che la criminalità o i tentativi di corruzione siano un fenomeno regionale o meridionale, perché è visibile dalla cronaca quanto gli appalti siano infiltrati in forme anche più tentacolari e scandalose a livello nazionale. La legalità e la sicurezza sono una priorità per tutto il Paese se vogliamo attrarre investimenti sani. C’è bisogno di un cambio di passo: i calabresi faranno bene a votare convintamente chi saprà allinearsi all’urgenza della concretezza, animati dal rispetto per la sofferenza che la grave crisi ha accresciuto nelle persone. Ai calabresi ciascuna forza politica è chiamata a dire con parole chiare se considerano irreversibile la scelta di un modello sanitario pubblico con la centralità della persona, indicata dal Presidente Mario Draghi. La dimensione sociale ed economica non può essere taciuta nella ricerca del consenso. Sarebbe particolarmente opportuno sapere, con poche parole e molti fatti, come la pensate e quali programmi avete. E se li avete davvero, portateli avanti ai ministeri di competenza, perché il Recovery è il futuro e si sta scrivendo adesso.