Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 22:47
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

le idee

«Il populismo e l’immagine “irreale” della Calabria»

Suona a vuoto il telefono dell’economia, che così facendo rimane al palo, condannata com’è da un destino crudele. Sempre occupato o forse perennemente staccato quello della sanità, che evita di dare…

Pubblicato il: 10/03/2021 – 19:17
di Giuseppe Esposito*
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
«Il populismo e l’immagine “irreale” della Calabria»

Suona a vuoto il telefono dell’economia, che così facendo rimane al palo, condannata com’è da un destino crudele. Sempre occupato o forse perennemente staccato quello della sanità, che evita di dare le risposte. Non risponde alcuno al citofono degli enti territoriali, a cominciare dalla Regione, in attesa perenne di vedere scendere in campo i titolari.
L’unico ad alzare la mano alla chiamata dell’appello è in Sars-Cov-2, sempre pronto ad aggredire. Fortunatamente, dalle nostre parti c’è stato sino ad oggi il fato a proteggerci. Ad evitarci (per il momento) ciò che accade altrove, che ci impedirebbe di reagire favorevolmente per difetto di strutture disponibili, mandate sino ad ora avanti da un personale sanitario che si è fatto in otto, ben oltre i soliti quattro.
Ad aggravare il tutto, c’è l’immagine della Calabria offerta al Paese e al mondo intero. Quella regalata da quel giornalismo che appare pronto a fondare un partito, più populista dei populisti già noti, o a validare le più prossime scese in campo di chi fa pendant nelle loro trasmissioni.
Una immagine, quella che si offre, non certamente irreale ma che sottace, cinicamente, quella grande parte di Calabria buona che è nel suo essere realtà geo-demografica. Tutto questo per proporre, altrettanto cinicamente, un eventuale salvatore. Un novello Tommaso Aniello d’Amalfi capace del miracolo dei pani e dei pesci che si propone agli affamati. Basta con gli illusionismi, peraltro interpretati da un giornalismo di avanspettacolo che si vende per “da marciapiede”, con tutto il rispetto dei suoi frequentatori per antonomasia.
La Calabria è materia seria e difficile da trattare, a tal punto da essere affidata a chi ha testa, cuore e anima. Non già ad abbandonarla in mano di chi non ha né l’una né gli altri. Più difficili i calabresi. Da sempre trascurati ed offesi, in gran parte per colpa loro. Nel senso di non avere capito granché su ciò che accade. Soprattutto per non aver compreso che l’interesse dei singoli trova esclusivamente riparo e soddisfazione solo curando quello generale.
Esempio eclatante di come vanno le cose, specie in periferia. A dimostrazione di un tale assunto, anche un triste esempio, nella logica che “anche le pulci tengono la tosse”. È accaduto a San Fili, mio paese, ma anche del direttore di distretto di Cosenza già più volte sindaco. A fronte, si dice, di un record battuto, tutti gli ultraottantenni vaccinati! A fronte di questo, un accaduto riportato dalla stampa che sa dell’incredibile. Sui vaccini utilizzati, meglio sulle dosi residuate, le stesse sono state utilizzate, pare, per vaccinare amministratori, parenti e amici stretti dei vaccinatori.
Altrove, ovunque se all’estero, avrebbe fatto dimettere primi ministri. Dalle nostre parti, ognuno al loro posto, ancora una volta indebitamente sul piano squisitamente etico.

*direttore Fondazione TraSPArenza

Argomenti
Categorie collegate

x

x