Il piano per delegittimare il procuratore Pierpaolo Bruni
Le cimici nascoste catturano i dettagli del progetto pensato per screditare il magistrato. Emergono nuovi ed inquietanti risvolti

PAOLA Emergono nuovi ed inquietanti risvolti legati al tentativo di delegittimare il procuratore di Paola, Pierpaolo Bruni da parte di un detenuto captato in carcere mentre conversava con la moglie. Franco Pinto, coinvolto nel procedimento scaturito dall’inchiesta “Tonno Rosso” è stato recentemente intercettato in carcere mentre confessava la volontà di “fermare” ed “ostacolare” l’operato di Bruni. Una cimice nascosta ha catturato la sua confessione. Parole, ma anche gesti ed un linguaggio estremamente chiaro.
Screditare il procuratore
I due coniugi, da quanto si è appreso, avrebbero addirittura pensato ad una vendetta nei confronti del procuratore. La moglie – intercettata – avrebbe confessato al marito (Franco Pinto), la volontà di gettarsi sotto l’auto del magistrato e addirittura avrebbero manifestato l’intenzione di accusare lo stesso procuratore di essersi reso protagonista di reati nei loro confronti. Insomma un piano pensato per screditare l’operatore di Bruni.
Le condanne di Pinto
Pinto deve scontare sei anni di carcere perché coinvolto in una precedente indagine della Dda denominata “Tramontana” condotta sempre dal procuratore Bruni quando si occupava delle cosche del territorio crotonese. Il 15 marzo scorso, invece, Pinto è stato condannato, in abbreviato, a oltre due anni nell’ambito del processo scaturito dall’operazione nome in codice “Tonno Rosso”.