LAMEZIA TERME Continua a far discutere il bando indetto dal ministero dei Beni culturali attraverso il quale, lo scorso 29 dicembre, era stata avviata la ricerca di 500 tra archeologi, architetti, assistenti tecnici di cantiere, ingegneri, storici dell’arte e tecnici contabili «per il conferimento di incarichi di collaborazione» presso le 43 Soprintendenze Abap (Archeologia, belle arti e paesaggio) sparse sul territorio nazionale. Contratti a partita Iva, a tempo determinato, con scadenza entro il 31 dicembre 2021. L’occasione, dunque, per molti professionisti, di raggiungere tanti anni di lavoro un posto pubblico per un settore che, nel tempo, ha visto moltiplicare il precariato, e restringere sempre più le prospettive.
Tra i requisiti del bando c’erano, riporta oggi ilfattoquotidiano.it, «15 anni di esperienza di cui 3 “maturati in incarichi di collaborazione con le pubbliche amministrazioni”, o in alternativa 10 anni di esperienza più un dottorato, o ancora la docenza universitaria (di ruolo) nell’ambito disciplinare di riferimento». Standard elevati, senza neanche però chiedere il curriculum ai candidati ma solo una «sintetica presentazione personale».
Modalità di selezioni che, fin dall’inizio, ha fatto nascere dubbi e sospetti e fatto storcere il naso a molti, fino all’esito del bando, arrivato il 6 e l’8 aprile scorso.
In molti hanno subito segnalato decine di “paracadutati” sconosciuti al territorio su cui andranno a lavorare, curriculum inadeguati o addirittura senza i requisiti per candidarsi, anche in Calabria. A portare sul piano nazionale la vicenda c’ha pensato l’ex M5S Margherita Corrado. «A Roma un archeologo vincitore si è laureato nel 2016 – ha raccontato al fattoquotidiano.it – ed è difficile che possa aver maturato i 15 anni di esperienza previsti. Un altro è specializzato in Vicino Oriente e non ha mai collaborato con il Ministero. A Crotone, addirittura, uno dei vincitori è già dipendente della stessa Soprintendenza. Poi ci sono i soci o titolari di ditte private che dalle Soprintendenze ottengono regolarmente incarichi: tutt’a un tratto si troverebbero in pieno conflitto d’interessi, potendo ricoprire il ruolo di responsabili del procedimento amministrativo in lavori affidati alle loro stesse ditte».
Ed effettivamente uno dei tre vincitori archeologi per la Soprintendenza Abap delle province di Catanzaro e Crotone risulta, da curriculum pubblico, “Assistente tecnico scientifico per lo scavo e i contesti archeologici” presso lo stesso ente dal 1978, con contratto a tempo indeterminato. Un dipendente veterano, insomma, selezionato per una collaborazione professionale retribuita con il proprio datore di lavoro. «Tutto ciò nonostante presso il Mibact esistano già elenchi ufficiali di professionisti qualificati a cui attingere per gli incarichi di collaborazione – spiega la senatrice Corrado – se servono davvero collaboratori, basta selezionarli da lì. Se invece si vogliono riempire vuoti d’organico, l’unico modo di farlo è con un concorso pubblico. Questa selezione opaca e truffaldina, fatta per piazzare i protetti di baroni e dirigenti, va annullata subito».
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