CATANZARO Le accuse, a vario titolo contestate, sono abuso d’ufficio e falso e riguardano la concessione dell’area demaniale alla società Navylos srl che gestisce i pontili del porto di Catanzaro. Secondo l’accusa – il fascicolo è in mano al pm Chiara Bonfadini – sono state commesse delle illegittimità da parte del Comune di Catanzaro nel dare tale concessione. L’inchiesta, condotta dalla Capitaneria di porto, vede indagati il dirigente del Comune di Catanzaro Adelchi Ottaviano, il funzionario Vincenzo Carioti e l’imprenditore Raul Mellea titolare della società Navylos srl. La Procura di Catanzaro ha chiesto al giudice per le indagini preliminari l’interdizione dai pubblici uffici per Adelchi Ottaviano il quale dovrà rendere interrogatorio davanti al gip Pietro Carè tra meno di un mese.
Una nuova inchiesta investe, dunque, il porto di Catanzaro e la Navylos srl che già due anni fa era stata oggetto di indagini da parte della Guardia Costiera. A luglio 2019 gip di Pietro Carè, accogliendo la richiesta della Procura, aveva disposto il sequestro preventivo di 38 moduli di pontile installati dalla Navylos srl nel porto del capoluogo. Cinque gli indagati in questo precedente procedimento che ancora non è arrivato a chiusura indagini: Giuseppe De Angelis, 52 anni di Piano di Sorrento, collaudatore nominato dal Comune di Catanzaro – settore Patrimonio; Matteo Andreacchio, 41 anni, di Catanzaro, direttore dei lavori; Raoul Mellea, 40 anni, di Catanzaro, legale rappresentante e amministratore unico della Navylos; Pierpaolo Pullano, 52 anni di Catanzaro, direttore dei lavori; Maurizio Benvenuto, 59 anni, di Sellia Marina, collaudatore nominato dal Comune di Catanzaro, settore Patrimonio.
De Angelis, Mellea e Andreacchio sono accusati di due ipotesi di falsità ideologica in concorso perché avrebbero certificato il collaudo tecnico dei pontili ricompresi nei lotti 1 e 2 dello specchio d’acqua del porto di Catanzaro Marina e ricompresi nella concessione demaniale marittima rilasciata dal Comune di Catanzaro alla Navylos srl. De Angelis attestava che «i lavori sono stati eseguiti secondo gli atti e le prescrizioni progettuali e le condizioni contrattuali (…) a regola d’arte impiegando materiali che rispondono alle prescrizioni contrattuali e alle indicazioni della Direzione lavori». Nei verbali di visita e collaudo del 15 settembre 2017 e 18 marzo 2017, (sottoscritti anche da Andreacchio e Mellea) avrebbero dichiarato falsamente di avere esaminato la documentazione pervenuta dalla ditta installatrice per il tramite della direzione lavori, corredata di adeguate schede tecniche e certificati di collaudo da parte delle case produttrici laddove, in realtà, l’unica documentazione esibita dalla Navylos srl e visionata dal collaudatore era quella riguardante i soli moduli per pontili forniti da una ditta individuale (soli due moduli su 40).
Falsità ideologica anche per una ipotesi di reato che riguarda Benvenuto, Mellea e Pullano. Anche in questo caso il collaudatore, con concorso con gli il legale rappresentate della Navylos e il direttore dei lavori, certificava il collaudo del pontile (questa volta il numero 4) e dichiarava falsamentenel verbale di visita e collaudo del 28 luglio 2017 (sottoscritto anche da Mellea e Pullano) la corrispondenza tra documentazione di progetto e materiali posto in opera laddove, in realtà, l’unica documentazione esibita dalla Navylos srl e visionata dal collaudatore era quella riguardante i soli moduli per pontili forniti da una ditta individuale (soli due moduli su 40).
Raoul Mella, inoltre, è indagato perché avrebbe occupato abusivamente – posizionando corpi morti per ormeggio di pontile – uno spazio di 120 metri quadri non ricompreso nello specchio d’acqua del porto di Catanzaro Marina, come risulta dalla concessione demaniale marittima.
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