Alta tensione a Crotone, consiglio comunale spaccato a metà

CROTONE Un consiglio comunale spaccato in due tronconi. È quanto si evince da due note stampa diffuse dopo la movimentata seduta del Consiglio di ieri. I due documenti firmati da 15 consiglieri di maggioranza, il primo, e da 13 di opposizione il secondo danno una rappresentazione plastica delle divisioni che stanno agitando i lavori del consiglio comunale e delle commissioni. Ai 13 consiglieri di opposizione, anche se non hanno firmato nessun documento, vanno aggiunte Carmen Giancotti e Antonella Passalacqua che ieri sono state tra le prime ad abbandonare la seduta del Consiglio, dopo aver contestato il comportamento dell’amministrazione comunale accusandola di ingerenze nelle attività delle commissioni consiliari. 

«Mancanza di rispetto dalla minoranza»

Nel documento firmato dai 15 rimasti fedeli al sindaco, viene sottolineato che «mentre da parte della minoranza si sono registrati i soliti bizantinismi, la maggioranza ha dimostrato, ancora una volta, senso di responsabilità e soprattutto vicinanza alle attività produttive, alle ditte e ai lavoratori che vantano, anche da molto tempo, crediti per il lavoro svolto». Facendo riferimento agli scontri di ieri e in particolare alla richiesta di invertire l’ordine del giorno per trattare prima i punti economici, la maggioranza scrive: «Non essere compatti nemmeno su questo passaggio è l’esatta cifra di quanto abbiamo vissuto». Concludendo i 15 della maggioranza scrivono: «Non consentire al sindaco di poter parlare, abbandonare l’aula significa non rispettare il ruolo che i cittadini hanno assegnato». Quando è scoppiata la bagarre il sindaco ha tentato di parlare, ma gli è stato impedito da una vibrata protesta partita dai banchi dell’opposizione.

«Maggioranza populista e irresponsabile»

Nel documento firmato dai 13 rappresentanti dell’opposizione viene sottolineato che, nella seduta di ieri, c’è stata una «scena indecorosa e senza precedenti di un sindaco che, dopo avere ripetutamente interrotto l’intervento di un consigliere comunale, si alza in piedi e batte le mani a un pubblico composto da quattro facinorosi che hanno rivolto, nel corso di un consiglio comunale, insulti irripetibili all’indirizzo di un consigliere». I 13 si riferiscono all’episodio verificatosi quando il consigliere Fabrizio Meo ha abbandonato la seduta e il sindaco Vincenzo Voce si è alzato per applaudirlo. I 13 lanciano strali anche nei confronti del presidente del consiglio comunale, Giovanni Greco, che accusano di permettere che succeda «tutto questo e si dimostra, inadeguato e complice». Nel documento viene espressa solidarietà e stima per Giancotti e Passalacqua che, nei loro interventi, hanno sollevato il problema delle ingerenze dell’amministrazione comunale sulle attività che vengono messe in campo dalle commissioni consiliari. Concludendo i 13 firmatari accusano la maggioranza che governa la città di «populismo gretto ed irresponsabile».

Assemblea spaccata

C’è in atto uno scontro che non esclude i colpi bassi e la spaccatura consumata ieri consegna alla città un consiglio comunale diviso esattamente in due parti uguali. Questo rischia di complicare ulteriormente l’attività amministrativa di una maggioranza che ha dimostrato di avere problemi di tenuta sin dalla prima seduta del civico consesso. Non c’è consiglio comunale dove l’amministrazione non ha subito l’onta di non avere i numeri per approvare uno dei punti all’ordine del giorno. Questo, molto probabilmente, è dovuto al fatto che a questa maggioranza manca un coordinamento politico e Voce paga lo scotto di avere messo insieme soggetti che hanno una visione diversa su obiettivi da raggiungere e metodi da utilizzare.