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Il paradosso dell’Hub vaccinale di Corigliano Rossano: tutto perfetto ma mancano le prenotazioni

L’hub potrebbe somministrare 1200 dosi giornaliere ma le prenotazioni sono “bloccate” (solo 110 oggi). Stasi chiede di aprire alle altre fasce

Pubblicato il: 18/04/2021 – 18:09
di Luca Latella
Il paradosso dell’Hub vaccinale di Corigliano Rossano: tutto perfetto ma mancano le prenotazioni

CORIGLIANO ROSSANO Potenzialità enormi, sostanzialmente ferme. Prima le polemiche per gli imbucati, ora le pochissime dosi somministrate. Il centro vaccinale hub attivato dalla Regione allestito al PalaBrillia di Corigliano Rossano, a distanza di qualche giorno si sta rivelando – al momento – un flop nei numeri. Ed è paradossale perché all’interno è tutto perfetto: personale pronto, medici, infermieri, volontari, corsie, sale di attesa e banchetti per le prenotazioni, persino una quantità elevata di vaccini (AstraZeneca).
Un “arsenale” di quelle dimensioni – il Corigliano Volley vi disputava le gare interne dei campionati di serie A1 – con un ingente schieramento di risorse umane fra personale medico, paramedico e volontario che, sembra, però, una Ferrari con gli pneumatici sgonfi.
Peraltro, oggi si sono registrati attimi concitati perché qualcuno pare abbia smarrito le chiavi del cancello d’ingresso durante la pausa pranzo. Il problema è stato subito risolto ma sembra sintomatico di come una palazzetto dello sport di quella portata, pur con una organizzazione – strano ma vero alle latitudini calabre – svizzera, faccia registrare delle incongruenze.
La struttura, tarata momentaneamente per 500 vaccinazioni al giorno, somministrate da medici dell’Asp e della Croce Rossa Italiana, potrebbe tranquillamente far registrare numeri doppi, se non quasi tripli, con le otto linee a disposizione.
Eppure i numeri sono bassissimi, a parte i primi giorni, fra chi è riuscito a infilarsi e saltare la fila e gli aventi diritto. Da 500 si è passati velocemente a molto meno della metà per tutta una serie di problemi: il parterre ristretto degli over 70 (gli over 80 rimasti vengono vaccinati nei due centri cittadini allestiti nella scuola media Levi ed al Centro d’eccellenza) ed i soggetti fragili. Troppo poche le persone che si presentano al centro del PalaBrillia, con l’aggravante che una media del 10% dei prenotati si rifiuta di farsi inoculare una dose di AstraZeneca. Sta di fatto che nella giornata di oggi, le prenotazioni degli aventi diritto – soggetti fragili e ultrasettantenni – erano appena 110.
Il battage mediatico, insomma, sta creando ripercussioni non da poco ed anche per questo, probabilmente, il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, ha scritto al ministro della Salute, Roberto Speranza, ed al commissario alla sanità calabrese, Guido Longo – presente all’inaugurazione del centro, mercoledì scorso – chiedendo di ampliare la platea dei prenotabili.

Stasi: «I vaccini ci sono, si ampli la platea dei prenotabili»

«Sappiamo che il piano vaccinale – ha detto Stasi – alla luce della disponibilità limitata e spalmata nel tempo delle dosi vaccinali, prevede giustamente delle fasce di priorità, a partire da anziani e fragili, che vengono man mano abilitate alla prenotazione mediante piattaforma. In Calabria siamo fermi ancora alle primissime fasce, soprattutto perché in un primo momento per anziani e fragili era obbligatorio l’utilizzo di vaccino Pfizer o Moderna, ovvero quelli finora meno disponibili. Soltanto da qualche giorno l’Ema ha dato indicazione di utilizzare AstraZeneca per gli over-60, ma la fascia 60-70 non è ancora abilitata a prenotarsi sulla piattaforma. Risultato? Il vaccino c’è, la gente che vuole vaccinarsi pure, ma dobbiamo aspettare».
«Io non lo condivido. Se non ci si assume delle responsabilità – ha sottolineato il sindaco – ci troveremo tra qualche mese a recriminare per il tempo perduto. Per questo ho proposto al commissario nazionale Figliuolo, al commissario regionale Longo ed al commissario Asp di consentire, presso l’Hub Vaccinale, la vaccinazione immediata, su base volontaria, almeno degli over-60 e dei lavoratori maggiormente esposti nella fase di pandemia. Parlo dei lavoratori dei servizi ambientali, per esempio, che non si sono fermati un giorno nemmeno nel primo lockdown, e nella nostra città ce ne sono tanti, impiegati nelle aziende di raccolta o di trattamento rifiuti, nella depurazione ecc. Parlo dei lavoratori dei supermercati, ai quali da un anno a questa parte, sono state concesse delle ore con la propria famiglia sono mediante le più rigide ordinanze sindacali, e che stanno indossando il grembiule tutti i giorni, nonostante migliaia di contagi. Parlo di quei pezzi di personale scolastico per i quali è stata bloccata la vaccinazione. E via via, si potrebbe scalare le categorie su un binario parallelo che non viola i diritti delle fasce individuate come prioritarie, ma al contrario le protegge ancora meglio immunizzando contemporaneamente anche altri pezzi della nostra comunità. Questo non è il momento delle parole – ha concluso Stasi – ma delle scelte coraggiose e le istituzioni hanno il dovere di metterle in atto con responsabilità».
Rispetto alle polemiche sorte durante l’open day e alle vaccinazioni di “massa”, il primo cittadino ha chiarito che le dosi somministrate non erano rivolte a che ne aveva più necessità, che non vi era carenza di vaccini. (l.latella@corrierecal.it)

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