Mangialavori sicuro: «La candidatura di Occhiuto? È già decisa»
Intervista al coordinatore di Forza Italia Calabria sui temi di maggiore attualità: dalle fibrillazioni del centrodestra a Roma alle Regionali

CATANZARO Le fibrillazioni nel centrodestra a livello nazionale che comunque «non avranno effetto su un’alleanza solida», le mosse verso le Regionali con la candidatura a governatore di Roberto Occhiuto rispetto alla quale «i leader nazionali, quando decideranno di vedersi, avranno una mera funzione notarile» essendo «già tutto deciso». Il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Giuseppe Mangialavori, si sofferma sui temi di attualità politica con il Corriere della Calabria, spaziando da Roma fino alla realtà regionale, con un “focus” anche sul Vibonese.
Senatore Mangialavori, cosa sta succedendo a livello nazionale? Le vicende del governo nazionale vedono un centrodestra sgranato, con posizioni diversificate: Forza Italia ben “piantata” nel governo, la Lega recalcitrante come si è visto nell’ultimo Cdm sul decreto Riaperture, e Fratelli d’Italia all’opposizione. Ci saranno effetti sull’alleanza?
«Ritengo che tutto rientri nella normale dialettica democratica. Il centrodestra non è un monolite ed è pacifico che ci siano posizioni diversificate. L’obiettivo da raggiungere è, tuttavia, comune a tutti: permettere al Paese di lasciarsi alle spalle, al più presto, questo periodo drammatico. Non ci sarà, dunque, alcune effetto su un’alleanza politica solida, pur nella diversità di vedute e posizionamenti all’interno del Governo».
Intanto però il tavolo nazionale da cui deve uscire l’ufficializzazione del candidato presidente della Regione Calabria ancora non si è riunito: non ritiene che subordinare la Calabria alle scelte elettorali sulle città, per quanto importanti, sia un errore? E non sarebbe il caso di accelerare e blindare definitivamente la candidatura di Roberto Occhiuto?
«A mio parere l’attenzione verso questo “tavolo nazionale” è esagerata, dal momento che i leader nazionali, quando decideranno di vedersi, per quel che riguarda la Calabria avranno una mera funzione notarile: ratificare, cioè, – e rispondo anche alla seconda parte della domanda – la candidatura di Roberto Occhiuto. Non c’è, quindi, alcun bisogno di accelerare, visto che è tutto già deciso».
Non temete che Lega e Fratelli d’Italia alla fine possano puntare i piedi su Occhiuto?
«No, assolutamente, perché mai dovrebbero? Roberto è un politico stimato, ha sempre assolto i suoi mandati parlamentari con passione, competenza e impegno. Per giunta, ha dalla sua parte tutta Forza Italia ed è unanimemente apprezzato anche dai nostri alleati. Le presunte impuntature di Lega e Fdi sono il frutto di dietrologie. D’altronde, e mi sia permessa l’ironia, capisco che per i giornali questa situazione di assoluta concordia sia il male assoluto, in quanto abbastanza noiosa. Le liti e i veti incrociati, che nel centrodestra non esistono, hanno una notiziabilità maggiore, questo è chiaro».
Fino alle elezioni ci sarà comunque da gestire una fase molto delicata come maggioranza alla Regione: ci sono molte critiche all’indirizzo del presidente facente funzioni Spirlì, anche da parte di importanti esponenti di Forza Italia. Non ritiene opportuno, se non necessario, fare un punto complessivo con gli alleati su come andare avanti in vista delle elezioni regionali?
«Il confronto è auspicabile sempre, a maggior ragione in un momento difficile come questo. Ho assunto il coordinamento di Fi Calabria da poche settimane e, fin da subito, ho lavorato per costruire dialogo e condivisione, sia all’interno del mio partito che nel rapporto con gli alleati. Io credo che, in questa fase, il centrodestra abbia la necessità di fare quadrato: solo la nostra coalizione possiede la forza politica, i valori e le competenze necessarie per far uscire la Calabria dall’incubo e farla ripartire. Quanto al presidente Spirlì, penso che stia lavorando senza risparmio e che stia facendo quanto in suo potere per superare l’emergenza. Certo, ci possono essere stati errori, ma chi non ne fa? Trattare Spirlì come capro espiatorio non è giusto, né moralmente né politicamente. Piuttosto, è necessario che il centrodestra si affianchi a lui e gli garantisca un supporto sincero per tutta la durata della legislatura. Non vedo altre strade percorribili».
Si presume che comunque come partiti di centrodestra state anche già ragionando sul perimetro della coalizione e sul programma elettorale: Forza Italia cosa farà? Quante liste riconducibili a Forza Italia pensate di mettere in campo?
«È ancora presto per parlare di liste. Quel che è certo è che Fi ha moltissime richieste e non credo che la sola formazione ufficiale basterà per ospitare i tanti amministratori, lavoratori, imprenditori e persone perbene che vogliono impegnarsi per il partito e la Calabria. Di sicuro, dopo aver selezionato con cura i candidati, dovremo creare diverse liste satellite».
A proposito di Forza Italia, come procede la riorganizzazione del partito in Calabria?
«A gonfie vele. Prima di assumere l’incarico nutrivo qualche timore. Il partito regionale, dopo la morte della cara Jole Santelli, era rimasto senza una guida per alcuni mesi e avevo paura di trovare una situazione difficile. Mi sbagliavo: Fi Calabria è un partito sano e ben strutturato. E, cosa non secondaria, in continua crescita. Perciò, non parlerei di ristrutturazione, quanto di espansione. Credo che, alle prossime Regionali, Forza Italia non solo si confermerà primo partito del centrodestra, ma stupirà tutti, anche al di fuori dei confini calabresi».
Intanto su Vibo Valentia nei giorni scorsi avete piazzato un colpo politico significativo: l’adesione di sei consiglieri comunali a Forza Italia. Cosa può significare questo, anche per l’azione del sindaco Maria Limardo?
«In una parola: stabilità amministrativa. Il sindaco Limardo sa di avere al suo fianco una forza politica numericamente rilevante e, soprattutto, leale. Non ci saranno scossoni fino al termine del mandato: la giunta comunale deve solo preoccuparsi di continuare il suo ottimo lavoro per la rigenerazione della città».
Senatore, per finire proprio un focus su Vibo Valentia e il Vibonese, territorio che – lo dimostra l’attenzione generale sul processo “Rinascita Scott” – sembra sia diventato il punto centrale di ogni ipotesi di riscatto della Calabria, partendo dal presupposto della legalità: ora c’è la grande opportunità del Recovery. Quali sono a suo giudizio le priorità da seguire?
«Rinascita Scott è un’inchiesta epocale, il cui esito può davvero cambiare volto e percezione della provincia di Vibo e dell’intera Calabria. L’affermazione della legalità, al di là delle frasi fatte, è davvero la condizione imprescindibile affinché territori oppressi dalla ‘ndrangheta possano rialzare la testa e iniziare a costruire il futuro. Ma il principio legalitario, da solo, non è sufficiente: servono anche gli investimenti. Ecco perché il 40% raggiunto dalla “Quota Sud” del Pnrr è una buona notizia, anche e soprattutto per la Calabria».