COSENZA Pioggia, vento e aspre polemiche hanno caratterizzato la giornata dedicata alle vaccinazioni. Il “Vax Day”, pensato per tentare di mitigare la diffusione del contagio da Covid, si è trasformato nell’ennesima occasione per sottolineare i tanti nodi legati alla (dis)organizzazione di un settore sanitario sempre più allo sbando. Questa mattina, anche a Cosenza – all’ospedale da campo di Vaglio Lise gestito dall’esercito – la massiccia campagna di vaccinazione ha preso il via sotto una pioggia torrenziale. Lunga la fila di automobili in sosta e centinaia gli aventi diritto in attesa di ricevere il siero anti Covid. Tutti hanno effettuato la prenotazione sulla piattaforma di Poste italiane. Tra sabato e domenica: medici, paramedici, rappresentanti del mondo del volontariato e della protezione civile regionale lavoreranno senza sosta. I “soggetti fragili” riceveranno le dosi di Pfizer, mentre per le persone tra i 60 e i 79 anni è prevista l’inoculazione del vaccino AstraZeneca. «Non sono preoccupata del vaccino – racconta la figlia di una donna in attesa di ricevere una dose del siero anti Covid – quello che mi rende particolarmente ansiosa è l’aumento dei contagi nella provincia di Cosenza».
Era tutto pronto a Fagnano Castello, comune in provincia di Cosenza. La macchina organizzativa si era messa in moto da giorni per garantire gli spazi necessari al Vax day, ma qualcosa è andato storto e la campagna di vaccinazione straordinaria è stata stoppata. Sono molti, anche i comuni della Valle dell’Esaro, che hanno dovuto rinunciare al Vax day provocando l’ira di cittadini e sindaci. «I generali sono stati istruiti per fare la guerra e i poliziotti per arrestare delinquenti, non per gestire la sanità senza pragmatismo», ha detto il sindaco di Fagnano Castello Giulio Tarsitano commentando la notizia dell’annullamento della giornata di vaccinazione. Secondo quanto riferito dal sindaco Tarsitano, mercoledì scorso, il direttore del distretto sanitario Esaro-Pollino, Francesco Di Leone, con una comunicazione ufficiale invita i sindaci ad organizzare sui propri territori le due giornate di vaccinazione per i cittadini over 60, con il supporto dei medici di famiglia, reperendo gli spazi e il personale necessario per la gestione delle due giornate. «Ci hanno chiesto di individuare gli spazi, di organizzare la vaccinazione e di gestire le prenotazioni dei cittadini, ci hanno perfino mandato i vaccini e poi annullano tutto all’ultimo secondo». Nel piccolo centro della Valle dell’Esaro erano trecento le persone comprese tra i 60 e i 79 anni che avevano aderito alla vaccinazione, ben felici di farlo nel proprio comune senza dover affrontare chilometri per raggiungere altri centri vaccinali e aspettare settimane, ma nella serata di ieri arriva il contrordine. «Prima Figliuolo – ha continuato Tarsitano – dice che dobbiamo vaccinare tutti, poi si blocca tutto, ma per paura di cosa? Forse che avremmo fatto vaccinare persone che non ne avevano ancora diritto? Noi siamo i referenti sul territorio e agiamo solo in nome del bene per i nostri cittadini. Abbiamo seguito le istruzioni alla lettera e vaccinato tutti gli ultraottantenni che hanno dato disponibilità e ora eravamo pronti a proseguire senza imbrogli. I cittadini non conoscono Figliuolo ma noi sindaci, ed è da noi che pretendono risposte. Bombardiamo i cittadini di messaggi sui media, dicendo loro che per uscire da questa situazione dobbiamo vaccinare tutti e poi ci bloccano dopo aver organizzato e investito risorse, che senso ha tutto questo?». I sindaci di Fagnano Castello, San Marco Argentano, Roggiano Gravina, Terranova da Sibari, San Lorenzo del Vallo, Malvito, Tarsia, Cervicati, Mottafollone e Mongrassano, hanno sottoscritto un documento nel quale hanno evidenziato quanto accaduto e chiesto pubblicamente scusa ai cittadini.
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