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«L’indice Rt è un indicatore importante, ma bisogna diminuirne il peso»

Lo sostiene il matematico Giovanni Sebastiani. «Occorre tener conto anche dell’indice calcolato sulla base della curva dei positivi ai test molecolari»

Pubblicato il: 10/05/2021 – 19:51
«L’indice Rt è un indicatore importante, ma bisogna diminuirne il peso»

CATANZARO «L’indice di contagio Rt è un indicatore importante, ma bisogna diminuirne il peso». Lo rileva il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le
Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Piconè del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). «Ritengo che sia importante lasciare l’Rt, anzi aggiungendo quello calcolato sulla base della curva dei positivi ai test molecolari. Entrambi gli indicatori – osserva – sono per me importanti perché danno informazioni sulle variazioni di velocità del contagio. Questo è mostrato molto bene dalla correlazione che io trovo tra l’Rt e la curva della variazione
percentuale a sette giorni della curva dei positivi al test molecolare». Un altro importante parametro simile, prosegue il matematico, «è la variazione dell’incidenza settimanale dei
positivi tra due settimane consecutive». Sarebbe poi importante, aggiunge, «introdurre un numero minimo a settimana di test molecolari o antigenici, ma solo di terza generazione, al fine di stimolare il testing, che al momento è un terzo di quello che viene fatto nel Regno Unito».

Rt, il calcolo attuale

Sebastiani osserva che il calcolo dell’Rt fatto dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) è basato sulla curva del numero dei pazienti che ogni giorno hanno i primi sintomi. «A causa del ritardo nella comunicazione dei dati, questa curva – osserva – è attendibile solo fino a circa 10 giorni prima di quello attuale. A questo tempo bisogna sommare i 6 giorni della parte destra dell’intervallo di 14 giorni di dati sulla base dei quali è calcolato il valore di Rt in un dato giorno. Il valore di Rt comunicato in un certo giorno è quindi relativo a 16 giorni prima e, poiché il tempo medio di incubazione del coronavirus è di 5 giorni, stiamo parlando quindi di infezioni accadute 21 giorni prima, mentre un ritardo di 14 giorni è
invece quello relativo al dato sui positivi al test molecolare». Di conseguenza i dati sui positivi e quelli sull’Rt «sono riferiti a infezioni avvenute rispettivamente 14 e 21 giorni
prima, quindi l’Rt effettivamente è più vecchio di 7 giorni».

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