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Comuni sciolti per mafia nel 2020: triste primato per la Calabria

Sono 21 gli enti calabresi commissariati, insieme alle Asp di Reggio e Catanzaro. Il Nord non è immune e il fenomeno è in crescita

Pubblicato il: 21/05/2021 – 7:43
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Comuni sciolti per mafia nel 2020: triste primato per la Calabria

ROMA Un fenomeno, lo scioglimento delle amministrazioni per mafia, che dall’istituzione della legge nel 1991 ha sempre interessato le regioni del Sud, roccaforti delle “mafie storiche”, e in particolare la Calabria che negli anni continua ad avere il primo posto. Dai dati presentati in Parlamento si evince che al Nord gli enti dove si riscontrano infiltrazioni criminali aumentano negli anni. Da Bardonecchia in provincia di Torino, che fu il primo a venir commissariato nel 1995 nel Settentrione il marchio della criminalità nelle amministrazioni è sempre più presente. Sono 54 in totale le Commissioni straordinarie che in Italia nel 2020, hanno amministrato enti sciolti per infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso. In particolare si tratta di 52 Comuni, per una popolazione complessiva di 704.728 abitanti, e delle due Aziende sanitarie provinciali di Reggio Calabria e Catanzaro. Sono i dati contenuti nella relazione del ministro dell’Interno, sull’attività svolta dalle Commissioni straordinarie, presentata al Parlamento. La quasi totalità degli enti locali commissariati è concentrata nelle quattro Regioni ad insediamento storico della criminalità organizzata: Calabria (21), Sicilia (14), Puglia (8) e Campania (7). I restanti due Comuni si trovano in Basilicata e Valle D’Aosta.

Nord sempre più colpito dal fenomeno

Le gestioni commissariali in questione comprendono sia quelle avviate nel corso del 2020 sia quelle connesse a scioglimenti avvenuti in precedenza nonché le gestioni prorogate. In crescita il trend registratosi negli ultimi anni nei comuni del Nord Italia che salgono complessivamente a nove, perché cresce la presenza della criminalità organizzata attirata dalla possibilità di ampliare il proprio volume di affari, sfruttando, grazie alla penetrazione dell’economia legale, le condizioni economiche più vantaggiose, in special modo, nel settore degli appalti pubblici e dell’urbanistica. La Relazione evidenzia come le Commissioni abbiano indirizzato le loro attività principalmente alla riorganizzazione dell’apparato burocratico, al miglioramento dei servizi offerti alla cittadinanza e alla trasparenza dell’azione amministrativa. Particolare attenzione è stata rivolta ai settori degli appalti pubblici, dell’urbanistica e dell’edilizia pubblica e privata per prevenire illeciti e abusi, ma anche per consentire l’utilizzo pubblico o per finalità sociali dei beni confiscati o sequestrati alle organizzazioni malavitose. Diverse le iniziative delle Commissioni per migliorare le condizioni economiche degli enti amministrati, garantendo una gestione equilibrata della finanza locale. Dalle verifiche effettuate sui comuni sciolti per infiltrazione mafiosa nel corso del 2020 è emerso che circa un terzo degli stessi versa in condizioni di deficit finanziario. Dato significativo in quanto a livello nazionale gli Enti che hanno fatto ricorso a tali strumenti sono circa il 5% del totale.

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