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«Che può fare l’elettore di fronte all’omologazione del pressappochismo?»

«Circo Calabria: Roberto Occhiuto è candidato poco poco (in attesa del via dal vertice del Centrodestra), Nicola Irto è candidato a insaputa del Centrosinistra (ma si sta correndo ai ripari con le pr…

Pubblicato il: 23/05/2021 – 17:03
di mimmo nunnari
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«Che può fare l’elettore di fronte all’omologazione del pressappochismo?»

«Circo Calabria: Roberto Occhiuto è candidato poco poco (in attesa del via dal vertice del Centrodestra), Nicola Irto è candidato a insaputa del Centrosinistra (ma si sta correndo ai ripari con le primarie), Luigi de Magistris prova a correre da solo, portando in dote l’esperienza di Napoli (no buona), con Carlo Tansi che sfoglia la margherita: mi vuole, non mi vuole, lo voglio, non lo voglio; poi c’è Anna Falcone, volto nuovo e idee precise, che però non si decide, se fare, o no, la rivoluzione scendendo in campo. Ci sarebbe pure  l’effeeffe Nino Spirli’, ma non è lui che decide. È stato già miracolato una volta. Tutti questi candidati, in pectore, “fanno cose, vedono gente”, frasi cult di un film di Nanni Moretti,  ma uno straccio di progetto per la Calabria che sarà, non ce l’hanno, o ancora non l’hanno mostrato. È lontana l’Italia (per non dire l’Europa) dalla Calabria. Altrove, si annodano fili, si sciolgono matasse, si disegnano mappe di vita futura. Qui facciamo cose, vediamo gente, campiamo d’aria, per usare una metafora dell’immenso Otello Profazio. Tanto,  c’è l’alibi della mafia, che cancella i nostri peccati. Eppure la situazione della Calabria è troppo disperata per lasciarla ai disperati, che poi sono le vittime impotenti, infelici. Hai voglia a dire: elettore attento a come voti, perché dopo la colpa è tua. Ma che può fare l’elettore di fronte all’omologazione del pressappochismo? Del non finito della politica, che è come le case con i ferri che fuoriescono dal soffitto. Qui finiamo per raccontarci sempre le stesse cose su libertà, disfattismo, corruzione, ma il panorama è quello che è: trasversale, fatto di persone che indossano casacche di differenti colori e poi giocano nella stessa squadra, ammuffita, vecchia, incapace di produrre un cambiamento. Ancora non si è capito che vuol altro per far breccia nelle menti e nel cuore degli elettori. Se i signori candidati  riuscissero, fuori dagli anacronistici scontri ideologici, a liberarsi dalle catene del faccio cose, vedo gente ed entrare nel cuore della questione Calabria, col proposito di lanciare nel futuro un sogno, o una visione, cambierebbe la narrazione che si fa della Calabria. Sappiamo quanto sia arduo trovare una capacità di slancio interiore quando l’animo è rattrappito dal routinario faccio cose vedo gente, ma trovatelo un angolo di libertà per far provare a voi stessi e ai calabresi il brivido di vivere una vita da italiani ed europei come gli altri».

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