Quant’è dura la vita di una start up. «Dopo tante porte chiuse in faccia nasce il fruit delivery»
Il giovane imprenditore Giorgio Gigliotti ospite del talk de L’Altro Corriere Tv ha raccontato la sua idea: «Connetteremo produttori e venditori»

LAMEZIA TERME Ancora qualche giorno e “iFruit”, la start-up ideata da Giulio Gigliotti sarà testata in Calabria, Basilicata, Puglia, Campania e Molise.
Il giovane imprenditore catanzarese, ospite del talk “20.20”, condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro, andato in onda mercoledì sera su L’Altro Corriere Tv, ha raccontato come è partita l’idea e di cosa si tratta. Dalla logistica e la distribuzione on line dei prodotti agricoli del Mercato Ortofrutticolo Telematico, al fruit delivery il passo è breve.
«Il tessuto commerciale italiano – ha esordito il giovane imprenditore – si compone di micro e piccole imprese e la valorizzazione del Made in Italy risulta impossibile perché spesso queste aziende non riescono a promozionare il loro prodotto. La piattaforma digitale è stata ideata per mettere in collegamento i produttori, gli agricoltori italiani in una rete commerciale che serve 20mila località. Grazie a questa piattaforma, il produttore potrà inserire la sua offerta, una foto, la descrizione del prodotto e una volta venduto sarà la stessa piattaforma a preoccuparsi di ritirare e consegnare al cliente, in tutta Italia, nel giro di 24/48 ore».
«Questa mia idea – ha spiegato ancora Giorgio Gigliotti – vuole fungere da input verso tutto il sistema di intermediazione economico-finanziaria, il surplus di prezzo da regione a regione e la gestione di capitali dei produttori che sono costretti ad anticipare risorse e poi ad avere difficoltà nel riscuotere. La piattaforma darà la possibilità di incassare il venduto nell’arco di 48 ore ed ai clienti forniremo un plafond da saldare entro i sessanta giorni dalla data della fattura». Per Gigliotti, insomma, «è la comunicazione fra il produttore e il commerciante ciò che manca». Come lo spirito cooperativo. «Quella maturità imprenditoriale del nord, noi non l’abbiamo ancora sviluppata». La filosofia di pensiero della start-up, ha aggiunto l’imprenditore catanzarese, è proprio quella di creare «una unica forza capace di poter esportare il prodotto italiano all’estero. Un concetto che si presta anche a tutelare le produzioni di nicchia ed in fase di estinzione».
«Dalle porte in faccia all’incontro col ministro dell’Agricoltura»
Gigliotti ha riferito anche di aver sottoposto l’idea al ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli. Non prima, però, di aver ricevuto tante porte chiuse in faccia.
«Ho iniziato a sviluppare questo progetto da zero e nonostante non siano mancati i problemi mi sono sforzato di pensare ed immaginare un mondo migliore per il mondo agroalimentare. Mi sono sentito solo – ha poi ammesso – per via delle tante difficoltà che si hanno a farsi ascoltare e far comprendere l’idea, ma ho trovato la forza di andare avanti e di non temere i costi, anche grazie al supporto della mia famiglia. Mi sono rivolto a tantissime istituzioni locali e regionali ma ho trovato solo porte chiuse. Mi auguro che chi decide si faccia un esame di coscienza perché ci sono tanti giovani che hanno idee valide, bisogno di essere ascoltati e di supporto. Dopo tutto questo, però, non mi sono perso d’animo ed ho contattato l’imprenditore, mio concittadino, Maurizio Talarico, celebre in tutto il mondo per le sue cravatte sartoriali. È stato lui a mettermi in contatto col ministro Patuanelli che ha ritenuto “geniale” la mia idea, impegnandosi a strutturare un tavolo tecnico ministeriale per supportare il progetto nell’intento di raggiungere gli obiettivi: la valorizzazione del Made in Italy anche nel nostro Paese».
«Daremo lavoro a tanti giovani»
«Abbiamo strutturato – ha concluso Giorgio Gigliotti – una delle prime App italiane di fruit delivery e offriremo la possibilità a tanti produttori che vogliono commercializzare i loro prodotti, di iscriversi alla piattaforma. Daremo tanta occupazione nei diversi ambiti, a livello organizzativo-logistico e amministrativo. Nei prossimi dieci giorni inizieremo a testare il servizio in cinque regioni: Calabria, Basilicata, Puglia, Campania e Molise».