Il Papa nero è stato svelato. Si conoscono nome e cognome. Provenienza militante, storia personale, bagaglio ideologico e culturale. Un profilo che, sulla carta, potrebbe togliere qualche voto a ai compagni di de Magistris, senza aggiungere voti freschi all’immaginifica coalizione di centrosinistra. Il Papa nero dovrebbe sostituire Celestino V, «che fece per viltade il gran rifiuto». Solo che Nicola Irto non è stato vile. Anzi, ha scoperto, seppure in ritardo, il gioco. Domani, giovedì 3 giugno, Enrico Letta manda in Calabria il plenipotenziario Francesco Boccia per consegnare l’editto. E non sarà un pranzo di gala. Anche perché qualche altra fonte sostiene che il sostenitore più esposto, forse il numero uno, del Papa nero sarebbe il vice segretario nazionale Giuseppe Provenzano che da burattinaio avvertito sa nascondere i fili. Insomma, ammesso e non concesso che la cosa sia veramente come si vorrebbe fare credere, il Nazareno, prendiamola per buona, avrebbe scelto come candidato del centrosinistra Enzo Ciconte, storico della ‘ndrangheta, con un passato di funzionario e deputato comunista. È omonimo dell’ex vice presidente della giunta regionale nel primo gabinetto Oliverio. La storia si ripete, ma, come disse Benedetto Croce, è sempre contemporanea. E la giornata è lunga.
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