«Regionali tra appetenza e inappetenza»
Il presidente facente funzioni Nino Spirlì dimostra di avere appetenza istituzionale. Nel senso più nobile. Sempre in giro per la Calabria in ragione del suo ufficio. Dalla ferraglia di Saline Jonich…

Il presidente facente funzioni Nino Spirlì dimostra di avere appetenza istituzionale. Nel senso più nobile. Sempre in giro per la Calabria in ragione del suo ufficio. Dalla ferraglia di Saline Joniche agli elicotteri del contingente Sirio, dal porto di Bagnara alla cipolla di Tropea, sino all’allungamento del corto di Muccino. Un elenco segnalato per difetto. È persino circolata sui social una sua foto in giacca e cravatta, ovvero priva di amuleti e devozioni. Insomma, il presidente in carica non sta con le mani in mani. Se potessero parlare le pareti del decimo piano della Cittadella ci sarebbe tanto da ascoltare e, forse, da imparare. Dalla spianata di Zambrone il meeting della Lega l’ha proposto candidato alla presidenza, “violando” il patto nazionale che assegna quel ruolo a Forza Italia, cioè a Roberto Occhiuto. Suggestioni? Velleità? Il centrodestra si può permettere di litigare tanto, sostengono in molti, vince lo stesso. Ma gli azzurri non molleranno, pena l’implosione totale. E poi c’è la Meloni, in agguato.
All’appetenza leghista corrisponde l’inappetenza civica e rimanda alla favola di Esopo, de “ll riccio e la lepre”. Protagonisti Carlo Tansi e Luigi de Magistris. Dopo i piccoli screzi tra loro non è sbocciato il grande amore.
Inappetente s’è mostrato anche quello che resta del centrosinistra che inventa problemi anche quando non ci sono. Indole tafazziana.
*giornalista