«Populismo prêt-à-porter»
di Bruno Gemelli*

La campagna elettorale calabrese ancora non è iniziata ed è già abortita. Almeno formalmente. Si proseguirà per forza d’inerzia con l’uso del pallottoliere.
Dentro questa prospettiva si scorge la presenza di un populismo orizzontale che occupa tutti gli spazi dei vari schieramenti. Una sorta di populismo prêt-à-porter che non dovrebbe intaccare l’esito finale del risultato, a meno di sempre possibili karakiri, ma renderebbe noioso l’attraversamento del percorso. Da qui l’equiparazione, asimmetrica, tra il populismo di destra e quello di sinistra. Il primo, a proprio agio per essere collaudato e diffuso, il secondo, goffo e impacciato che rincorre le farfalle sotto l’arco di Tito. Il primo è già alle prese con la calcolatrice e con il bilancino del farmacista per distribuire i centri di potere, il secondo fa strike di candidati, arruolando ascari e coloni nell’illusione di raggiungere qualche strapuntino.
Questa è la fotografia del momento. Eventi che possono fare rinsavire i decisori al momento non se ne vedono. A meno che non intervenga pesantemente qualche procura.
*giornalista e scrittore