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L’autodifesa di Lupacchini: «Mai denigrato Gratteri ma il Csm mi è ostile»

L’ex pg di Catanzaro prende la parola nel processo disciplinare. Scontro con il consigliere del M5S. «Non mi riferivo a Rinascita Scott»

Pubblicato il: 14/06/2021 – 19:43
L’autodifesa di Lupacchini: «Mai denigrato Gratteri ma il Csm mi è ostile»

ROMA «Non ho voluto denigrare nessuno», «non ho mai contestato una violazione al dottor Gratteri» e l’esistenza di un «grave contrasto» con lui «è una favola nera inventata di sana pianta». Davanti alla Sezione disciplinare del Csm va in scena l’autodifesa dell’ex procuratore generale di Catanzaro Otello Lupacchini, un anno fa trasferito d’ufficio in via d’urgenza e ora sotto processo per un’intervista in cui – secondo l’accusa- denigrò il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, all’indomani di “Rinascita Scott”, l’ operazione contro la ‘ndrangheta che aveva portato a 350 arresti.
L’ex pg è un fiume in piena in quella che quasi certamente sarà l’ultima udienza del processo ormai vicinissimo alla sentenza: si difende per due ore di fila e va all’attacco dell’accusa e dei suoi stessi giudici disciplinari. Chi lo accusa, cioè la procura generale della Cassazione – che ha chiesto per lui la conferma del trasferimento d’ufficio e la condanna alla sanzione della censura – avrebbe operato un «suggestivo travisamento» delle sue dichiarazioni a Tgcom24.Ma c’è di più: «Sono consapevole della naturale ostilità di questo giudice», denuncia Lupacchini che parla di un «pregiudizio» nei suoi confronti. Parole che provocano l’immediata reazione del presidente del collegio giudicante, Fulvio Gigliotti, laico di area M5s: «Non c’è nessuna ostilità del collegio, la invito a correggere il tiro».
Così l’ex pg ormai vicino alla pensione, come lui stesso ricorda, entra nel merito di quell’accusa che ritiene infondata. «Alla domanda a sorpresa nell’intervista di un’opinione su Rinascita Scott – spiega – “ho risposto non ne penso nulla, perché non ne so nulla. E non lo so perché non esiste un canale comunicativo, stante la buona abitudine del procuratore distrettuale di evitare questo tipo di contatti, quando in realtà il Pg deve essere informato per poter esercitare le attività di coordinamento ed evitare sovrapposizione di indagini”».
L’accusa di aver denigrato e fatto del sarcasmo si lega in particolare al termine «evanescente» usato da Lupacchini a proposito di molte operazioni della procura distrettuale di Catanzaro. Quel termine «era riferito a indagini antecedenti a Rinascita Scott e non a quell’operazione. È infondato dire che avrei espresso un giudizio prognostico negativo sull’esito di quella indagine», ribatte l’ex Pg. Che poi spiega ancora: «Che risultassero evanescenti le precedenti indagini, ne parlavano anche i giornali. C’era una querelle sugli annullamenti delle misure cautelari operati dalla Cassazione. Non ho detto assolutamente nulla che non fosse già noto a tutti e che io non avessi precedentemente rappresentato al Comitato di presidenza del Csm, al Pg della Cassazione e al ministro della Giustizia, cioè ai titolari dell’azione disciplinare».
Non è escluso che la sentenza arrivi già stasera, se i giudici si ritireranno in camera di consiglio al termine dell’arringa, in corso, del difensore di Lupacchini, Ivano Iai, che ha chiesto l’assoluzione del suo assistito.

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