CORIGLIANO ROSSANO Prosegue ad oltranza lo sciopero della fame di Cesare Battisti, il terrorista che sta scontando l’ergastolo nell’area di massima sicurezza del carcere di Rossano.
Dal 2 giugno, data in cui ha dato inizio a questa forma di protesta contro il sistema carcerario ed il regime in cui è detenuto, ma soprattutto per il mancato trasferimento in altro istituto penitenziario a causa di incompatibilità con altri reclusi terroristi islamici, Battisti ha perso 10 chili ed starebbe iniziando ad accusare anche crisi respiratorie.
Con una lettera inviata un paio di settimane fa il 67enne aveva denunciato quanto si sentisse oppresso dal vivere la realtà dell’istituto penitenziario rossanese, indirizzando un duro attacco al Dap, Il dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.
«L’As2 di Rossano è una tomba, lo sanno tutti – aveva denunciato Battisti nei primi giorni di giugno -. È l’unico reparto sprovvisto persino di mattonelle e servizi igienici decenti, dove nessun operatore sociale mette piede. Il famigerato portone “Antro Isis” è tabù perfino per il cappellano, che finora ha regolarmente ignorato le mie richieste di colloquio».
Domattina, frattanto, Battisti riceverà la visita della deputata del Pd Enza Bruno Bossio e dell’avvocato Adriano D’Amico, in rappresentanza del Comitato di solidarietà internazionale a Cesare Battisti. «La delegazione accerterà le condizioni di salute del detenuto e valuterà se viene rispettato – ha spiegato D’Amico – con riferimento alla sua collocazione e rispetto a quanto sta emergendo in questi giorni sui media nazionali, l’art. 27 della Costituzione circa l’applicazione della pena ed il fatto che non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e deve tendere sempre alla rieducazione del reo». (lu.la.)
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