ROMA «Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio. E invece vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente). E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione. Io questo l’ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi. Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco». Beppe Grillo sceglie di chiudere a Giuseppe Conte. E lo fa con una nota-editto sul proprio blog: annuncia «la consultazione in rete degli iscritti al MoVimento 5 Stelle per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau», dopo una richiesta (accolta) a Casaleggio. E spiega che chiederà «al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050. Questo aspettano cittadini, iscritti ed elettori. Una visione chiara di dove vogliamo andare e in che modo. Il perché, il cosa e il come. È sempre stata la nostra forza: consentire a tutti di sapere quale sarà il viaggio e accogliere chi è pronto per una lunga marcia». Si allontana, dunque, il “sogno” di quasi tutti i parlamentari: non ci sarà una ricomposizione dei contrasti tra i due Beppe. Grillo e Conte (se crederà di proseguire il proprio impegno politico) andranno avanti ciascuno per conto suo. E la cosa avrà ripercussioni sui territorio. In Calabria, dove – per ora – le truppe M5S hanno scelto di non schierarsi, i riflessi saranno duplici. I parlamentari sceglieranno da che parte stare e il principale nodo immediato da sciogliere è il patto con il Partito democratico sulla candidatura di Maria Antonietta Ventura a governatore. Un accordo siglato personalmente da Giuseppe Conte per il Movimento. Ma di quel Movimento Conte non fa più parte. O comunque non potrà esserne il leader. L’ex premier ha detto che si spenderà anche come privato cittadino per onorare il patto con i vertici dem. L’uscita di Grillo, però, può scompaginare ogni piano.
x
x