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Lotta al Covid. Speranza: «Siamo ancora dentro la pandemia»

Il ministro della Salute preoccupato per la crescita dei contagi. Locatelli: «Una sola dose non basta»

Pubblicato il: 13/07/2021 – 14:09

ROMA «In Italia e in Europa ci sono elementi significativi di ripresa dei contagi per la variante Delta» del coronavirus. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, nel suo intervento al “Women20 Summit” a Roma ribadendo: «Siamo ancora dentro alla pandemia, guai ad abbassare la guardia». «La Francia – ha continuato il ministro – sull’obbligo della vaccinazione del personale sanitario» contro Covid-19 «ha seguito il nostro approccio. Il decreto è stato approvato in Italia già l’1 aprile. Siamo stati il primo Paese europeo a introdurre questo obbligo. Altri ci stanno seguendo»
«Oggi – ha aggiunto – abbiamo superato i 58 milioni di dosi” di vaccino anti-Covid “somministrate”. La campagna procede al ritmo di oltre 500mila dosi al giorno, ha evidenziato: 550mila le somministrazioni di ieri».

Locatelli: «Con una sola dose popolazione a rischio»

«Questo è un momento in cui in tutto il mondo, in Europa in particolare e in alcuni Paesi come Spagna, Portogallo e Uk, vi è una circolazione importante della variante Delta» di Sars-CoV-2 «che si connota per una contagiosità decisamente superiore alla già più contagiosa variante inglese. I dati che abbiamo a disposizione ci raccontano di persone con una sola dose di vaccino che possono sviluppare patologia in qualche caso anche grave. Questo rende ragione della scelta di completare il ciclo vaccinale più velocemente possibile. Va fatto con la stessa determinazione avuta in questi mesi e seguendo il piano sviluppato dal commissario straordinario Figliuolo», ha spiegato stamane Franco Locatelli, portavoce del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus e presidente del Consiglio superiore di sanità, ospite del Life Sciences Pharma & Biotech Summit organizzato da “Il Sole 24 Ore”.
«I numeri ci raccontano che questa mattina siamo a 34 milioni di cittadini che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino» anti-Covid «e a 24 mln, quindi un 40% abbondante della popolazione, oggi vaccinati secondo le indicazioni. Quello profuso è uno sforzo importante che ha dato priorità a tutte le fasce d’età più esposte al rischio di sviluppare una patologia grave e questo ci ha permesso di ridurre il numero dei decessi e dei ricoveri nelle terapie intensive in maniera importante», ha aggiunto il portavoce Cts.

«Mettere in sicurezza i giovanissimi»

«Delle vaccinazioni anti-Covid per la fascia d’età 12-18 anni – continua Locatelli – dico senza esitazioni tutto il bene possibile. I profili di sicurezza del vaccino approvato in questa fascia d’età sono assolutamente rassicuranti. Coprire la fascia 12-18 anni vuol dire innanzitutto assicurare a questi ragazzi che non sviluppino le pur rare sindromi multi-infiammatorie sistemiche e qualche altra rara forma di patologia più grave legata all’infezione da Sars-CoV-2». Inoltre, aggiunge, «vuol dire ridurre la circolazione virale e garantire all’interno delle stesse classi una protezione per i compagni che, in ragione di una qualche condizione di immunodeficienza, non possono beneficiare» direttamente dell’effetto protettivo delle vaccinazioni». Infine, significa «arrivare a creare le condizioni per garantire la migliore continuità possibile per le scuole».

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