Orrori al cimitero di Tropea, due imputati lasciano i domiciliari
Il gip dispone l’obbligo di dimora per Francesco e Salvatore Trecate. Per loro la Procura di Vibo Valentia ha già chiesto il rinvio a giudizio

VIBO VALENTIA Passeranno dagli arresti domiciliari all’obbligo di dimora nel comune di residenza i due Trecate, Francesco (cl. ’59) e Salvatore (cl. ’83), rispettivamente padre e figlio, e imputati nel processo nato dall’inchiesta sugli orrori nel cimitero di Tropea. La misura è stata disposta dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Francesca del Vecchio, su richiesta dell’avvocato difensore, Giuseppe Di Renzo, e condivisa dal pm.
Agli indagati, insieme a Roberto Contartese, per i quali la Procura di Vibo ha già chiesto il rinvio a giudizio, il pm contesta il reato di associazione per delinquere finalizzata alla «violazione di sepolcro e soppressione del cadavere». Secondo l’accusa, inoltre, Francesco Trecate, considerato il promotore dell’associazione, «rappresenta il principale organizzatore delle singole attività», «curando tutte le fasi dell’attività criminosa».
Cadaveri sezionati e bruciati
I tre sono inoltre accusati di aver in concorso tra loro distrutto sette cadaveri o parti di essi tra il 18 e il 27 novembre 2020, il 16 dicembre 2020 e il 22 gennaio 2021, dopo aver «sezionato con l’ausilio di un seghetto e di un martello i cadaveri» e aver proceduto alla loro distruzione attraverso la combustione e di aver infine incendiato i rifiuti prodotti. (Gi. Cu.)